Umbria, diciotto anni dal sisma del 1997

NOCERA UMBRA – Diciotto anni fa il terremoto cambiava la storia dell’Umbria ma anche tantissime vite. Dalla sera alla mattina oltre 22mila umbri si trovarono costretti a lasciare la propria abitazione danneggiata e a vivere in alloggi di fortuna. La cronaca di quei giorni ancora fa venire i brividi e, a distanza di anni, la sensazione è la stessa.

La regione si svegliò alle 2.33 del 26 settembre con una scossa di magnitudo 5.8. Una “botta” ripetuta alle 11.42 con epicentro ad Annifo, nella montagna folignate. La scossa fu del nono grado della scala Mercalli, 6.1 di magnitudo. Ci furono i primi morti del terremoto, da Assisi. In seguito a questa scossa infatti crollò la navata della Basilica superiore e morirono due frati e due tecnici, entrati per fare dei sopralluoghi dopo la movimentata notte.

Da quel momento è iniziata una lunga fase di scosse di assestamento, quasi mille, durate circa un anno. Un periodo a cui è seguito un altro lungo e difficile momento, quella della ricostruzione. Ad accompagnarla un lavoro incessante delle amministrazioni e dei tecnici, che diedero vita a quello che è ormai conosciuto come il “modello Umbria”, fatto della centralità degli Enti locali, coordinati dalla Regione.

Diciotto anni dopo qualcosa da fare c’è ancora, ma molto è stato fatto. I 33mila edifici danneggiati sono stati ricostruiti e il 92 per cento degli interventi sono ormai terminati. Sono state spese risorse comunitarie, regionali e statali. Nel solo Comune di Foligno i fondi impiegati sono stati di oltre un miliardo.

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