Coronavirus, a dicembre seconda ondata. Sarà meno aggressiva, simile ad una forte influenza.

Nulla si può dire con certezza ma gli esperti iniziano a fare previsioni sul futuro di questo maledetto virus.  Su una cosa sono abbastanza concordi:  col freddo il virus proverà a rialzare la testa. E’ assai probabile che una seconda ondata ci sarà , dopo che a luglio  la circolazione sarà ancora più ridotta di adesso. Certo sono previsioni, vanno prese con la massima prudenza e cautela. Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto superiore di sanità, prevede una ripresa dell’epidemia in autunno anche se precisa che nulla è scontato. Per Brusaferro comunque “non avrà lo stesso impatto della prima ondata”. Per il professor Lee W.Riley. responsabile della divisione Malattie infettive dell’Università di Berkeley , Covid-19 ” è un virus completamente nuovo, quindi è davvero difficile sapere cosa succederà. Se ci basiamo sul comportamento di virus simili, non ci aspettiamo che questo nuovo coronavirus scompaia completamente entro l’estate”. Ma lo stesso professor Riley ritiene che un ritorno dell’epidemia nei mesi autunnali è certamente possibile e che la stagionalità del nuovo coronavirus non sarebbe una grande sorpresa. Per tornare alla ipotesi di Brusaferro  in autunno SarsCov2  ” si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio “.  L’ultima previsione, in ordine di tempo, è quella del Professor Francesco Le Foche, responsabile del Day hospital di Immunoinfettivologia al Policlinico universitario Umberto I di Roma. ” Non si può prevedere con certezza. Abbiamo a che fare con un comportamento sorprendente. Sposterei comunque l’arrivo di una possibile seconda ondata più in là, a dicembre, col freddo. Non credo che a settembre-ottobre l’epidemia sarebbe già in grado di riprendersi proprio per il limitato spazio temporale”.  A questo punto – prendendo per buona la previsione di una seconda ondata – la domanda è un’altra: come sarà rispetto alla prima ? Questo possibile ritorno sarebbe feroce come la prima fase ? Su questo l’infettivologo Le Foche sembra più ottimista di altri esperti: ” Stavolta sarà meno feroce “.  Per lo stimato professionista del Policlinico Umberto I di Roma non torneremo a vivere un’esperienza tanto tragica.  ” Penso – afferma Le Foche – più a un’ondata paragonabile a quella prodotta da una forte influenza che è una malattia seria, non dimentichiamolo, con complicanze importanti ed esiti mortali. Abbiamo avuto epidemie influenzali caratterizzate da una letalità simile a quella da Covid “.  Poi c’è un richiamo alla responsabilità del servizio dsanitario: ” Non ci possiamo più permettere di privare i malati di cancro, cuore e patologie gravi dei controlli e delle cure come è successo in questi tre mesi. Non devono essere messi all’angolo. Quindi la chiave del successo è evitare che i pazienti infetti arrivino in ospedale e dunque creare percorsi  di cura alternativi “.