Pasqua in famiglia, tanti umbri rinunciano alla vacanza e al ristorante. Festività all’insegna dell’austerity

Le famiglie umbre restano a casa. La crisi e forse anche il meteo incerto hanno fatto desistere i più da una, seppur breve, vacanza fuori città. Previsioni di Pasqua, dunque, ancora sotto il segno dell’austerity. Secondo le stime solo il 7,4% delle famiglie umbre è partito, una percentuale in linea grosso modo con quella dello scorso anno (7,5%). Il dato nazionale, secondo Adoc, vuole a casa 7 italiani su 10. Chi è partito ha optato per soggiorni brevi e non molto lontani da casa. Chi è restato trascorrerà la Pasqua tra le mura domestiche, quindi niente ristorante, ma il tradizionale pranzo in famiglia.

In base all’ultima indagine Cia – Confederazione Italiana Agricoltori, per il pranzo di Pasqua gli italiani manterranno praticamente inalterato il budget del 2014 in due casi su tre, con una spesa alimentare pari a poco più di un miliardo, e il 76% festeggerà anche quest’anno tra le mura domestiche.

“Nei menù casalinghi saranno protagonisti come sempre i piatti del territorio e della tradizione: la frittata, la torta pasqualina e l’agnello. Nonostante la flessione prevista (anche per l’aumento del numero dei vegetariani in Italia, che oggi sono 4,2 milioni) – spiega la Cia – l’agnello resta in ogni caso un “classico” delle tavole per più di una famiglia su tre”.

Anche quest’anno dunque nessuna spesa superflua:  le uova di cioccolato e colombe segnano un calo del 2% e anche l’agnello risulta in diminuzione (-3%). A vincere saranno soprattutto i dolci “fai da te” e la pasta fatta in casa. Si prevede, infatti, una crescita del 10% della spesa per uova, zucchero, farina, burro e lievito. In particolare di uova, fino alla fine della settimana di Pasqua, se ne consumeranno circa 400 milioni tra decorazioni e preparazioni culinarie.

 

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