Arconi, il M5S chiama in causa il Mibact

PERUGIA – Il M5S chiede l’intervento del ministero dei Beni Culturali sul progetto degli Arconi.  “Navigando sui siti delle Soprintendenze italiane – dice il 5 Stelle di Palazzo dei Priori – si trovano riferimenti importanti sui compiti delle stesse. Si apprende che la Soprintendenza rilascia l’autorizzazione per la modifica della destinazione d’uso e per qualunque intervento da effettuare sui beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio ed effettua l’alta sorveglianza sulla esecuzione dei lavori, verifica che i lavori siano realizzati in conformità al progetto approvato, in corso d’opera può impartire ulteriori prescrizioni sulla esecuzione delle opere. Il Soprintendente può sospendere lavori su beni tutelati, avviati in assenza di autorizzazione o non conformi all’autorizzazione”.

“L’esecuzione di interventi non autorizzati su beni tutelati comporta l’applicazione di sanzioni e il Ministero può imporre al proprietario il ripristino. Ma qual è la procedura? Il proprietario inoltra apposita richiesta alla Soprintendenza, presentando un adeguato progetto redatto da un architetto. La Soprintendenza può eventualmente chiedere ulteriore documentazione e procedere ad accertamenti e sopralluoghi ed entro 120 giorni completa l’istruttoria rilasciando l’autorizzazione all’esecuzione dei lavori, oppure esprimendo un diniego, accompagnato da motivazione e indicazioni per l’eventuale rielaborazione dell’istanza. L’autorizzazione, che è accompagnata dalla restituzione di una copia vistata degli elaborati progettuali, può essere corredata da prescrizioni circa le modalità di esecuzione dell’intervento e i materiali da utilizzare. Il richiedente, con congruo anticipo rispetto alla consegna dei lavori, comunica alla Soprintendenza la data di inizio dei lavori ed i nominativi dell’impresa esecutrice e dell’architetto  direttore dei lavori, in modo che la Soprintendenza possa effettuare controlli in corso d’opera, approvare le eventuali campionature e verificare la conformità dei lavori rispetto al progetto”.

“Nel caso del Progetto degli Arconi – dice – il procedimento non sembra essere stato proprio quello descritto sul sito di una delle soprintendenze italiane. Infatti, la Soprintendenza dell’Umbria risulta avere autorizzato il progetto iniziale nel 2015, con prescrizioni tanto ampie, quanto generiche, che non trovano poi riscontro in alcun atto/verbale, almeno quelli forniti a specifica richiesta dal Comune di Perugia. Poi, dopo la realizzazione di lavori, in parte difformi dal progetto originario (si pensi ai cc.dd. volumi aggettanti, che cambiano il volto stesso del progetto), il 25 luglio 2017, il Comune si rivolge di nuovo alla Soprintendenza, la quale, il 12 settembre 2017, autorizza quelli che definisce “interventi in variante” al progetto originario, autorizzato il 6 ottobre 2015. Al M5S appare che i cc.dd. interventi in variante siano di fatto difformità rispetto al progetto originario, che peraltro vengono autorizzati dopo la loro sostanziale realizzazione. Altro aspetto non chiaro è il progetto ulteriormente aggiunto dalla Giunta Romizi, denominato “Futuro nel verde”, sbandierato dall’Assessore Barelli, senza che ad oggi vi sia un progetto esecutivo. In tal caso, la Soprintendenza sollecita il progetto esecutivo e chiede un progetto di sistemazione dell’area esterna della biblioteca, implementando la previsione del verde e riducendo significativamente le superfici pavimentate. Ma che vuol dire tutto ciò? Come si sposa con il progetto Mercato Coperto-Piazza della Rupe? Come mai si continuano ad ipotizzare progetti “non autorizzati” né finanziati? Siamo all’ennesima soluzione di compromesso spinta dal timore di perdere i finanziamenti? Lasciamo i corpi aggettanti, ma ne riduciamo la possibilità di fruizione pubblica? Al M5S interessa la tutela reale del patrimonio storico-architettonico della nostra città e la sua piena fruibilità, quindi, visti i plurimi interrogativi creati dalla vicenda, il M5S ritiene che per chiarire ogni dubbio sia necessario chiedere che sia lo stesso Ministero dei Beni Culturali a fare chiarezza, magari mediante i propri ispettori. Insomma, facciamo quello che nell’altra vita avrebbe fatto l’Assessore ambientalista Barelli, il quale fa un incontro con le associazioni a progetto fatto e nulla ha da obiettare sul procedimento seguito, anzi, da un suo contributo, cercando anche lui di lasciare un segno. Se, poi, ciò non è a tutela del patrimonio storico-architettonico della nostra città, probabilmente, poco importa”.

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