Città del tartufo con Norcia, domenica in Valnerina l’assemblea delle associazioni

NORCIA – L’Associazione nazionale Città del tartufo riunisce i suoi soci a Norcia in assemblea straordinaria, domenica 26 febbraio, “per portare solidarietà alle zone terremotate e contestualmente condividere e dare forza al processo avviato per la richiesta all’Unesco di candidatura delle Pratiche e conoscenze della Cultura del tartufo quale bene immateriale vivente”. Lo rende noto un comunicato dell’Associazione, nel sottolineare che l’appuntamento arriva circa un mese prima della riunione della Commissione nazionale italiana Unesco che deciderà la candidatura da presentare a Parigi.

“Il riconoscimento, qualora ci fosse – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Michele Boscagli -, assumerebbe per i territori in difficoltà un valore ancora più importante, soprattutto come sprone per infondere fiducia in una ripresa sociale ed economica delle comunità”. Il luogo scelto per la riunione è Norcia, una delle città associate più duramente colpite dal sisma, proprio nel primo fine settimana della sua mostra mercato dedicata al Tartufo nero pregiato. Nero Norcia, infatti – prosegue la nota – “non solo si svolgerà ma è stata pensata con una formula allungata in tre fine settimana, dal 24 al 26 febbraio, e poi dal 3 al 5 e dal 10 al 12 marzo, come strumento di rilancio dell’economia del territorio”.

“Siamo a Norcia, cuore della Valnerina e della tradizione del Tartufo nero pregiato – ha aggiunto Boscagli – anche per esprimere la disponibilità di tutti i soci affinché questi territori, così colpiti, possano partecipare attivamente alla vita associativa secondo il principio irrinunciabile della condivisione e possano in futuro, speriamo molto prossimo, beneficiare dell’accoglimento della richiesta di candidatura.
Come Norcia, le Città associate di Cascia e Amandola hanno bisogno di sentire la presenza e la vicinanza dell’Associazione che con questo processo di candidatura ha intrapreso una strada per la salvaguardia e la trasmissibilità del nostro patrimonio collettivo”.

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