Città di Castello, a colpi di pagaia la riabilitazione delle donne operate di tumore al seno

CITTÀ DI CASTELLO – A bordo di una “maxi-canoa” a colpi di pagaia anziché in ospedale o nelle strutture sanitarie. Per la prima volta in Umbria, sul fiume Tevere ha preso il via il primo progetto sperimentale del “Dragon Boat” (una barca di grosse dimensioni con la testa e la coda di drago per venti persone) una pratica innovativa per la riabilitazione delle donne operate di tumore al seno fondata nel 1996 grazie alla volontà di un medico statunitense, il dottor McKenzie che ha sperimentato, con un gruppo di donne pioniere, come in contrasto con le teorie del periodo, il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio natutale favorendo la prevenzione del linfedema. dragon boat 8Dopo aver partecipato ad un convegno scientifico presso la sala degli Specchi del Circolo degli Illuminati di Città di Castello, questa mattina (ndr ieri sabato 12 marzo), le oltre 100 rappresentanti delle associazioni e gruppi canoistici di Roma, Latina e Firenze hanno dato una dimostrazione in acqua, nel primo pomeriggio, sul fiume Tevere, grazie alla collaborazione del Canoa Club di Città di Castello, dei campioni mondiali, Maurizio Bianconi, Mirco Spelli e Carlo Mercati, che le hanno ospitate presso la loro sede e centro federale da qualche tempo divenuto anche riferimento nazionale per le attività in favore dei disabili. Il progetto “Dragon Boat altotevere” è stato presentato tra le iniziative dell’Otto Marzo a Città di Castello e, oltre al Canoa Club, vede coinvolta l’associazione “Le Farfalle” dell’AACC (associazione altotiberina contro il cancro) e tutti i club del comune, grazie alla concomitanza delle presidenze al femminile con il patrocinio del comune di Città di Castello e della Regione Umbria. Nel 2016 infatti Lion, Rotary, Inner Wheel, Rotaract hanno alla guida delle donne, che sosteranno concretamente l’attivazione del dragon boat per le loro concittadine. Le prime a calarsi in acqua a bordo della pittoresca maxi-imbarcazione, applaudite da numerose persone che hanno seguito la inedita performance dalle sponde del fiume sotto il ponte del tevere, sono state le rappresentanti del canoa Firenze armate di tutto punto di giubbotto salvagagente, e divisa sociale. “Il battesimo di questa nuova attività sul fiume tevere – hanno precisato Sandro Paoloni, numero uno del Canoa Club Città di Castello e Italo Cesarotti, presidente dell’Associazione Altotevere contro il Cancro – è stato senza dubbio positivo e rappresenta il punto di partenza di altre iniziative che assieme alle rappresentanti dell’associazione “Le Farfalle” porteremo avanti anche nei prossimi mesi.” “La pratica di questa attività può essere propedeutica anche ad altri progetti che potranno interessare altre persone e settori della riabilitazione sanitaria per numerose patologie”.

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