Parchi ibridi, ecco come migliorare l’attrattività del territorio

Migliorare l’attrattività del territorio a sostegno dello sviluppo socio-economico e del turismo sostenibile e accrescere la qualità ambientale,  mitigando le conseguenze del cambiamento climatico: è quanto si propone il progetto europeo Hybrid Parks, per la valorizzazione e gestione di parchi e giardini,  i cui  risultati e  “buone pratiche” sono stati presentati a Trevi  nel corso della giornata di studio su “Parchi ibridi, esperienze e progetti”,   promossa dal Servizio sistema naturalistici della Regione Umbria, in collaborazione con il Comune di Trevi.

Il progetto,  a cui partecipano di 16 Partner di  10 Paesi europei, tra cui la Regione Umbria, punta ad individuare specifiche politiche di recupero, qualificazione e gestione del territorio che, attraverso lo scambio di conoscenze ed esperienze partecipate, possano concorrere alla promozione della risorsa ambientale ed essere fattore di crescita sociale ed economica.

In accordo con quanto accade in Europa,  il paesaggio umbro – è stato rilevato durante l’incontro – sta subendo profonde trasformazioni  dovute a  processi di abbandono, alle evoluzioni demografiche e al consumo di suolo. Da qui la necessità di affrontare il tema della sua messa a valore, a cominciare dagli spazi marginali, residuali e interstiziali che risultano particolarmente penalizzati dal  processo in corso e che l’Umbria ha individuato nelle aree urbane e periurbane,  interpretando in maniera estensiva il senso di “parchi e giardini”  indicato dal progetto, in una  più articolata casistica di “aree verdi”.

“In considerazione dell’identità storica e culturale prevalentemente rurale dell’Umbria, la Regione –  ha detto l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini – ha sviluppato  Hybrid Parks attivando azioni e politiche legate ai temi dell’agricoltura urbana e periurbana con ricadute sul territorio  finalizzate allo sviluppo locale. Politiche – ha aggiunto – che riguardano in particolar modo la valorizzazione, riqualificazione e diffusione delle conoscenze e delle pratiche relative all’agricoltura periurbana e agli orti urbani e che  hanno trovato una prima formalizzazione nel Protocollo d’intesa,  tra  Regione Umbria e Anci Umbria, finalizzato a favorire un ripensamento dell’agricoltura tradizionale, potenziandone il ruolo ecologico e paesaggistico, anche in aree urbane e periurbane e di prossimità ai centri storici, grazie a coltivazioni che possano essere viste come pratica individuale e collettiva di risposta alla crisi economica, ambientale, sociale”.

“L’impegno di risorse regionali e del progetto ci stanno consentendo – ha spiegato Cecchini –  di sviluppare  azioni che riguardano l’analisi di buone pratiche relative all’agricoltura periurbana e agli orti Urbani; l’individuazione di spazi aperti e aree pubbliche urbane e periurbane abbandonate nei comuni che hanno aderito al progetto nazionale“Orti Urbani”; l’ organizzazione di laboratori di progettazione  partecipata, utili a coinvolgere tutti i soggetto interessati; la redazione di linee guida per la corretta pianificazione, progettazione e la valorizzazione di queste aree, con particolare riferimento a orti, giardini e agricoltura periurbana;  la stesura di  un regolamento tipo per modalità di assegnazione e forme di gestione alternativa alle pratiche correnti.

“Il nostro obiettivo – ha concluso Cecchini – è di strutturare una politica di recupero, riorganizzazione e valorizzazione degli  aperti periurbani, anche sviluppando e differenziando le forme dell’attività agricola, consentendo di configurare spazi Ibridi di sviluppo e sostegno alle politiche economiche, sociali e ambientali della Regione.

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