Emergenza sanitaria, la Cisl Medici Umbria: “Servono equipe specifiche”

Una equipe operativa svincolata dalle dirigenze per la raccolta dati, nuove risorse e nuove assunzioni, le altre patologie che non vanno trascurate. La Cisl Medici Umbria dopo aver preso parte alla conferenza stampa dell’intersindacale medica sull’emergenza Covid, avanza alcune proposte per dare maggiori certezze agli operatori della sanità regionale. La prima riguarda l’istituzione di una equipe operativa svincolata dai dirigenti per permettere la raccolta di dati reali.

Il segretario regionale generale della Cisl Medici Umbria Tullo Ostilio Moschini dichiara: “Ogni giorno si verifica un buco tra chi opera con impegno e stanchezza, a volte rabbia, e chi dovrebbe ascoltare e soprattutto saper ascoltare e recepire. Per questo proponiamo la creazione di una equipe operativa formata da quattro professionisti di cui un coordinatore, uno per ogni Azienda, non espressione della dirigenza ad ogni livello, che in trincea dentro i reparti ospedalieri ed i servizi territoriali monitorizzi in tempo reale le problematiche, raccolga le segnalazioni e le istanze dei professionisti sanitari, dei pazienti e delle organizzazioni sindacali. Che registri le incongruenze e le mancanze per proporre correttivi, integrazioni, modifiche alle direzioni sanitarie e all’assessorato”.

La pandemia ha messo in luce i pregi e i difetti, come in ogni ambito, anche del sistema sanitario. “La sanità – prosegue Moschini – negli ultimi dieci anni è stata trascurata in fatto di risorse e personale, senza reintegro dei pensionamenti e senza un adeguato numero di specialisti in formazione, con sporadici concorsi a tempo indeterminato. In Umbria si aggiunge l’impedimento di una necessaria riforma del Sistema Sanitario Regionale stagnante da anni, di cui la Cisl Medici Umbria ha richiesto e richiede adesso più che mai un cambio di rotta. La sicurezza del personale sanitario è fondamentale per garantire la sicurezza delle cure ai pazienti: dispositivi, strumenti, protocolli condivisi anche terapeutici, strutture separate e percorsi senza commistione, personale in numero adeguato e ridistribuito dove necessario secondo le competenze acquisite e le affinità professionali”.

Altro tema quello legato al rischio che le altre patologie vengano trascurate: “Nella grave criticità vanno mantenuti distinti due ambiti, il Covid e il non Covid. Vanno mantenute tutte le prestazioni e i servizi (oncologia, cardiovascolare, diagnostica eccetera), destinando per questo specifiche strutture e professionisti dedicati. Per quanto riguarda il Covid il primo contenimento dei contagiati sintomatici sta nel territorio, con unità di assistenza domiciliare medico-infermieristica in collegamento con medici specialisti ospedalieri, per il trattamento domiciliare di condizioni cliniche gestibili, correggendo l’eccessivo accesso improprio negli ospedali. Qui si perde o si vince la battaglia rispetto ai posti letto negli ospedali e nelle RSA Covid”. Infine un richiamo anche al governo nazionale: “Nel dramma è dovere, prima etico e quindi sindacale, denunciare e proporre. Siamo vigorosi con le Regioni per un loro maggiore impegno ma non possiamo non denunciare la mancata attivazione del MES. Fondi economici pronti subito per salvare il nostro Sistema Sanitario Nazionale e la vita di tutti i cittadini” conclude Moschini.