I migliori cani da tartufo d’Italia in gara a Città di Castello

I migliori cani da tartufo d’Italia a Città di Castello per partecipare alla gara di cerca della trifola, il prelibato tartufo bianco, in una location “mozzafiato”, i giardini del Cassero all’ingresso della centralissima piazza Gabriotti che si affaccia sulla Cattedrale, la Torre Civica e Palazzo comunale. Nonostante il maltempo si sono presentati in 70 ai nastri di partenza della seconda edizione del memorial dedicato ad “Alessandro Ghigi e Jimmy Cecchini”, due figure storiche dell’’Associazione Tartufai Altotevere che ha organizzato la gara inserita nella 43esima edizione del “Salone del Tartufo Bianco Pregiato”. Bracchi, bracchi-pointer, lagotti, meticci, cocker spaniel, in questo lembo di terra di confine fra Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna, nascono, crescono e diventano autentici campioni della ricerca, indispensabili compagni di viaggio (assieme al vanghino utilizzato per scavare) per gli oltre 1000 “cavatori”, i tartufai, in possesso del regolare tesserino rilasciato dall’Afor, Agenzia Forestale Umbria dopo aver sostenuto le lezioni, corsi ed esame finale e relativo versamento della quota annuale che supera i cento euro. Città di Castello è di fatto, non solo in questi giorni del salone, la capitale della “trifola” ma anche dei cani da tartufo che arrivano a sfiorare e superare cifre da capogiro talvolta ben al di sopra di ottomila euro tanto è la loro bravura fra boschi e colline a scovare le “pepite d’oro”, il pregiato tartufo bianco che alla borsa attuale dei prezzi al dettaglio, si attesta per sui 2000-3000 euro per un chilo di “bianco”, a secondo delle pezzature. Oggi, circa  70 esemplari a quattrozampe, con i loro proprietari provenienti da tutto il Centro-Italia, si sono dati appuntamento a Città di Castello. per una delle tante tappe del circuito nazionale della ricerca del tartufo. I cani per conquistare il podio finale, devono, nel  minor tempo possibile scovare sei tartufi, trifola di ottima qualità, disseminati a debita distanza l’uno dall’altro in un’area di terreno delimitata. Alla prova del cronometro, spesso i cani della zona dell’altotevere fanno registrare tempi a dir poco da guinness dei primati: anche sotto i quaranta secondi complessivi. Chira, Pallino, Sally, Diana, Zara, Ringo, Lea e Leo (il cocker spaniel cieco che si è conquistato la ribalta nazionale per la storia di amore con il suo proprietario Lorenzo Tanzi) questi nomi ricorrenti ed altri campioni del fiuto che riescono ad annusare i tartufi anche a distanze di trecento metri e più. La presenza di cani da tartufo in altotevere, circa tremila, in rapporto al numero di abitanti è fra le più alte d’Italia e Citta’ di Castello ne è la capitale. All’anagrafe canina del Servizio Veterinario della Usl Umbria1 risultano infatti iscritti 1.485 cani da tartufi così suddivisi nelle razze prevalenti: 752 meticci, 448 lagotti romagnoli, 92 Springer Spaniel, 29 pointer inglesi, 27 cocker spaniel inglesi, 1 bracco italiano e 136 di altre razze. Ai circa 1500 cani da tartufo iscritti come tali se ne devono aggiungere altri 500 che escono regolarmente nei boschi ma sono catalogati come generici nell’anagrafe canina. Un vero e proprio record. Accanto ai giovani “tartufai”, il Presidente dell’associazione (fondata nel 1986, con oltre 700 iscritti) Andrea Canuti affiancato da un consiglio di giovani, ci sono i veterani del “vanghino”, capitanati da Fabio Cecchini, dal segretario Italo Bianchini assieme al fratello Aldo (quasi 90enne da settanta anni tartufaio) e Angelo Marioli che tiene a precisare l’amore che li lega a questi straordinari animali: “mio zio, tartufaio scomparso a 90 anni – dice commosso –  faceva dormire il proprio cane sul divano del salotto buono di casa tanto gli voleva bene”. Un’attività all’aria aperta, un hobby sempre più in voga ed in continua crescita, quello del tartufaio, stando alle statistiche dell’Afor, Agenzia Forestale Umbria, che parlano di 38 nuovi tesserini rilasciati, da inizio anno, tra cui giovani di età   compresa 16 – 25 anni ed anche donne come Fabiola Fratini, 31 anni, di Monte Santa Maria Tiberina, una new-entry per la prima volta in gara con Ares, un lagotto romagnolo di grandi speranze: “un po’ per tradizione in famiglia, ma soprattutto per il desiderio di passeggiare nei boschi con il mio cane, ho deciso di prendere il tesserino e oggi mi sono messa alla prova in questa gara”. “Il nostro tartufo bianco e gli altri prodotti del bosco non temono confronti – precisano il sindaco Luca Secondi e l’assessore al Commercio e Turismo del comune Letizia Guerri, che sottolineano anche l’aspetto “legato alla promozione e valorizzazione culturale, artistica e ambientale del comprensorio e dell’Umbria.” “I tartufai e i loro straordinari cani, razze impareggiabili – concludono – sono i veri protagonisti di questo importante settore agro-alimentare che contribuisce ad elevare immagine e promozione del nostro territorio anche attraverso un’attività, quella del tartufaio, propria della nostra storia e delle nostre tradizioni”.