No vax over 60 sono i malati gravi ricoverati in Ospedale: si allarga il divario anche in Umbria tra chi è protetto e chi non lo è

In Umbria i pazienti positivi al Covid ricoverati negli ospedali di Perugia e Terni, fino a ieri, erano 53 di cui 9 in terapia intensiva. Un numero ancora non allarmante anche se considerevole per una Regione di poco più di 800 mila abitanti. Ma chi sono i malati gravi in ospedale? Secondo l’ultimo dossier dell’Istituto Superiore di Sanità principalmente si tratta di “No vax over 60”. Più sale la curva epidemiologica  (ieri in Umbria siamo arrivati addirittura ad una percentuale di positivi pari all’ 1,43% rispetto ai temponi eseguiti) e più si allarga la distanza tra chi è immunizzato e chi invece ha scelto di non vaccinarsi. Il rischio di contrarre il Covid-19 “aumenta di 3,8 per chi non è vaccinato rispetto al vaccinato con ciclo completo entro 5 mesi”. Ancora più indicativi sono i numeri sui ricoveri: ” Il rischio è di 10,4 volte superiore per i non vaccinati”.  Il dossier dell’ Iss conferma, inoltre, la necessità di sottoporsi alla terza dose per avere una copertura efficace al virus. Ma dimostra anche gli effetti positivi delle due dosi rispetto a chi invece ha deciso di non proteggersi. Nei ricoveri la distanza tra chi è immunizzato e chi ha scelto di non vaccinarsi è ancora più larga: la maggior parte dei pazienti ricoverati a Perugia e Terni sono malati  over 60 senza nemmeno una dose. Nel reparto per malati gravi non è entrato alcun paziente vaccinato sotto i 40 anni mentre nella fascia tra 60 e 80 anni si registrano alcuni casi. Ma il divario tra vaccinati e non vaccinati è assai alto. Molto spesso chi difende la scelta di non vaccinarsi dichiara che il coronavirus non uccide. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano invece quale sia il divario tra chi è protetto e chi non lo è. Tra i no vax, nell’ultimo mese, sono otto i morti in Italia che avevano meno di 40 anni, solo uno tra i vaccinati; 54 sono state le vittime che avevano tra i 40 e i 60 anni e avevano scelto di non immunizzarsi, 24 tra chi invece aveva fatto almeno una dose di vaccino. La distanza sale tantissimo nella fascia tra i 60 e gli 80 anni, con un numero elevato di decessi “senza copertura”. Stesso ragionamento e numeri simili si hanno sul versante terapia intensiva, dove la maggior parte dei pazienti ricoverati è tra i 60 e 80 anni senza nemmeno una dose di vaccino. Il dossier dell’Istituto Superiore di Sanità conferma, in maniera decisa, la necessità di fare la terza dose. Se gli stessi dati sull’andamento della dell’epidemia vengono, infatti, confrontati con chi ha già fatto il richiamo, si scopre che fino agli ottantenni  c’è stato solo un decesso in Italia, tre persone sono entrate in terapia intensiva  e su 1.594.076 italiani che hanno già ricevuto il booster solo 1,710 sono risultati positivi, vale a dire lo 0,1%. Risultati che obbligano le Regioni, compresa l’Umbria, a potenziare ulteriormente la campagna vaccinale.