DIALOGO DI PASQUALE LOJACONO E DEL PROFESSOR SANTANNA SULLE “CORRENTI” INTERNE AL PD

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Da tempo, su queste colonne, abbiamo sentito parlare di un ciarliero “dirimpettaio” che rivela al nostro notista politico alcuni dettagli utili a leggere, con buon senso e amabile ironia, i retroscena di alcuni fatti rilevanti per la scena locale umbra. Per conto mio, ho sempre immaginato queste conversazioni come avvenute sulla falsariga di quelle che Pasquale Lojacono, il protagonista di “Questi fantasmi”, intrattiene con il professor Santanna, suo dirimpettaio di balcone. Così, questa volta, col consenso del mio amico commentatore di “Umbria domani” e contando sulla benevolenza di Eduardo De Filippo, sono io a ipotizzare un certo dialogo fra i due personaggi e a dare una adeguata estensione a quel colloquio in ragione dell’importanza dell’argomento: le “correnti” all’interno del PD.

Santanna – Quanto alle correnti, dunque, un’altra se ne conta.

Lojacono – Dite, professore, non saprei…

Santanna – Area divisionista, caro Pasquale, divisionista.

Lojacono – Con tutto il rispetto, professo’, sapete che novità!

Santanna – No, no, caro mio, stavolta il fatto nuovo c’è. Non ti lasciare ingannare da quel nome, per carità.

Lojacono – Raggirare non mi lascio raggirare, ma con il divisionismo non si scherza: questi ci dicono papale papale che un po’ alla volta si stanno separando, e almeno loro hanno il coraggio di dirlo apertamente.

Santanna – T’ho detto di non farti idee sbagliate perché, con quel nome, questi piddini fanno gli artisti della politica e, così facendo, puntano a un’alleanza tutta trasversale al Partito. Lo dice bene la Treccani: “Il divisionismo è un procedimento tecnico pittorico elaborato in Francia nell’ambito delle ricerche post impressioniste e, insieme, il movimento artistico, più esattamente denominato neo impressionismo, che si fece assertore di tale procedimento. Come l’impressionismo, il divisionismo accettò la luce quale fondamento della visione; rifacendosi agli studi scientifici sulla luce e sul colore, tentò di ottenere la massima luminosità accostando i colori puri sulla tela, secondo la legge dei complementari, a piccole pennellate regolari spesso puntiformi (di qui il nome francese di pointillisme, puntinismo)”. Ecco, i piddini dell’area divisionista ci vogliono far capire che il partito è formato da tanti piccoli “puntini” che vanno semplicemente accostati fra di loro…

Lojacono – … e ogni “puntino” sarebbe una corrente?

Santanna – No, mio caro, non una corrente, le correnti non esistono più da tempo, né quelle della Dc né quelle del Pci. I “puntini” dei nostri divisionisti sono i singoli iscritti, i militanti, le persone vicine al Partito ma non iscritte, gli incerti di ogni ora, i perplessi di fronte a ogni messaggio. Insomma, ogni “puntino” un votante e l’insieme del risultato elettorale sarà un quadro di personalità autonome ma animate dalla volontà di seguire un solo leader a livello nazionale e un solo leader a livello locale. Non mi sembra poca cosa.

Lojacono – Professo’, scusate, ma mi torna strana tutta questa bella spiegazione. E sapete perché? Perché passi per i singoli, come dite voi, ma i capi delle “correnti”, o come diavolo si chiamano, come faranno ad abbassare il loro orgoglio di sciamani e dire ai loro seguaci, uno dietro l’altro, senza guardare chi lo fa per primo: “Cari amici e compagni, adesso facciamo un bel quadro con le teste di tutti noi. Non ci sono più i bersaniani, i lettiani, i dalemiani, i giovani turchi, i bindiani, i cristiano sociali, gli ecologisti democratici…”

Santanna – Vuoi che continui io? Faccio presto, sai, ma ti dico che non è questo che conta per l’area divisionista. Se io proseguo, con tutto il rispetto per la Vergine, con le Litanie lauretane e ti recito: “Rottamatori, civatiani, franceschiniani, fassiniani, semplicemente democratici, veltroniani, fioroniani, rutelliani, liberal Pd, insieme per il Pd, ulivisti, cambia Italia”, senza contare le ex correnti, credi che così abbiamo parlato dei singoli aderenti al Pd o di ogni elettore che guarda con speranza verso il Partito?

Lojacono – Su questo mi avete convinto. Ma, se non ricordo male, voi avete parlato di accostare i colori puri sulla tela e questo bisogna che qualcuno, mettendo da parte gli interessi di corrente, lo faccia per tutti. Insomma, chi è, chi dev’essere il pittore? Non ce n’è già ormai uno a livello nazionale?

Santanna – A volte, caro Pasquale, non so se tu sia ingenuo come pare o finga per spiazzare chi parla con te. Certo che il leader c’è, eccome, e fa bene il suo mestiere di pittore della parola, ma nell’ombra sai meglio di me quante lame pronte ad essere sfoderate…

Lojacono – Eh no, professo’, qua non vi seguo, non siamo mica fra gli jihadisti!

Santanna – Sì, hai ragione, mi sono lasciato trasportare. Volevo solo dire che i conti con le, diciamo così, correnti, a livello nazionale, sembrano sospesi, tremendamente sospesi.

Lojacono – E pure qui da noi, in Umbria, tutta questa unità non la vedo, specie se penso che siamo alla vigilia di grandi appuntamenti elettorali: le due Province a ottobre, la Regione in primavera.

Santanna – Sai, Loja’, qual è il più bel quadro del divisionismo storico in Italia? Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, anno 1901. Bello per il messaggio, ma bello anche per la luce. Bello per la massa, ma anche per il gruppo di due uomini, una donna e un bambino in fasce che precedono tutti per forza di cose, senza dimenticare, però, che anche loro sono dei “puntini” di luce, che hanno lo stesso passo di quelli che li seguono. E quelli che li seguono parlano fra di loro, mentre camminano, si pongono delle domande, non lasciano fare solo a quelli che stanno davanti.

Lojacono – Così volete dire che i “puntini” possono mandare alla malora le “correnti” quando vogliono, se si mettono a seguire l’area divisionista?

Santanna – La tua ingenuità è disarmante, mio piccolo Lojacono. Quanto, però, l’apprezzo e la stimo! Non credo che ciò che tu dici accadrà, ma facciamo un po’ di sana analisi politica e, abbandonate le favole, vedremo che qualche consiglio, col nostro dialogo, lo abbiamo dato, specie per l’Umbria.

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