Giustizia civile, a Perugia 3 anni e mezzo per una sentenza

Quasi 1.200 giorni, o meglio 3 anni e due mesi, è quanto devono attendere gli imprenditori in Italia una sentenza del tribunale civile, con un costo di oltre un miliardo l’anno. Una distanza abissale rispetto a Germania (394 giorni), Francia (395) e al resto d’Europa dove la media è di 544 giorni. Lo rileva una studio della Confartigianato secondo cui le attese più lunghe per un procedimento civile presso il Tribunale ordinario si registrano nel distretto di Messina con 1.992 giorni, seguito da Salerno con 1.919 giorni, Potenza con 1.831 giorni. Migliore la performance di Perugia che, comunque, si colloca in una posizione di alta classifica e sopra la media, con 1.292 giorni di attesa, più alta di Roma dove si attendono in media 1.074 giorni, Milano con 739 giorni e Torino (666 giorni). La strada per raggiungere la durata media europea di 544 giorni dei procedimenti civili rimane molto lunga: Confartigianato ha calcolato che occorrerebbero 22 anni e 1 mese se si procedesse ad un ritmo costante di riduzione di 29 giorni per ciascun procedimento.

Il fenomeno dei tempi lunghi della giustizia civile convive con un’offerta sovrabbondante di avvocati. “L’Italia – rileva lo studio di Confartigianato – ha un rapporto fra avvocati e popolazione pari a 379 avvocati ogni 100.000 abitanti, il terzo valore più alto in Europa, dietro solo al Lussemburgo e alla Grecia. I 226.202 avvocati italiani superano del 4,2% il numero di avvocati di Germania e Francia messe insieme”.

Sempre secondo Confartigianato in Italia, il 10% dei cittadini maggiorenni è stato coinvolto, come attore o convenuto, in una causa civile. E, tra gli imprenditori, a toccare con mano la lentezza della giustizia sono 582.355 titolari di piccole imprese fino a 20 addetti, di cui 191.456 i titolari di impresa artigiana. I motivi principali di ricorso alla giustizia da parte degli imprenditori riguardano le cause di lavoro (20,5%), seguite da controversie cliente/fornitore (14,4%), rapporti con assicurazione e banca (10,3%) fallimento e diritto societario commerciale (7,4%), eredità e successioni (4,6%), previdenza e assistenza (1,8%).

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