L’ETERNO INCANTESIMO DI ASSISI RIVISSUTO NELLE ESPRESSIONI ARTISTICHE DI MACEO IN MOSTRA

“Maceo. Tra sogno e ironia”: un evento espositivo in Assisi, Palazzo Monte Frumentario, dal 19 aprile fino al prossimo 16 agosto. Tre piani di quadri, disegni, pitture, sculture, ceramiche, materiale documentale finora mai esposto, di un grande artista assisano:

Maceo Angeli, per tutti solo Maceo. Un doveroso tributo ad un eclettico concittadino, grande Maestro in ogni accezione del termine, da parte del Comune di Assisi, in collaborazione con la Regione Umbria e la Provincia di Perugia, in quello storico Monte Frumentario, un colosso medievale, riqualificato magnificamente, ma non ancora pacificato, nonostante la bella mostra, dalla sofferenza secolare del pianto dei troppi bambini abbandonati, che ivi, per secoli, sono stati accolti, dopo essere stati posti su quella “ruota”, la cui finestra è ancora visibile. E, forse per questo, nessun altro luogo di Assisi sarebbe stato più adeguato ad ospitare, per la prima volta in modo completo, la produzione artistica di un uomo libero, appassionato, assolutamente semplice e sincero, che ha sempre ricominciato”da capo”, tra successi e speranze, delusioni ed amarezze, con spirito nuovo, non per inseguire glorie, ma per dare sfogo ad esigenze interiori. Prezioso l’allestimento: in ordine strettamente cronologico, l’esposizione delle opere è intervallata da pannelli di inquadramento critico, arricchita da riproduzioni di testi di Maceo, tratti dal suo Diario e dall’Epistolario, ad illustrazione di prima mano di alcuni momenti fondamentali della vita dell’artista e delle città nelle quali è vissuto, da Assisi a Terni, ad Orvieto, a Parigi, a Spoleto e ad altri centri da lui scelti in Umbria. Maceo, nel suo lungo peregrinare artistico, ha percorso anche la strada della delicatezza virtuosa della sonorità. La musica, specie se antica; il canto, specie se popolare; la tradizione còlta e la parola recitata, specie se in poesia; la ricerca di antiche fonti scritte sulla storia della città, specie se lette direttamente nella memoria dei personaggi: tutti questi elementi sono presenti nella mostra, proposti come lettura degli stessi quadri in esposizione. Nell’ambito della mostra è stato proposto di recente, e con grande successo, un omaggio diretto alle sonorità che circolano nelle sue opere pittoriche per mezzo di un pomeriggio musicale basato sulle “serenate”, di cui era indiscusso protagonista ed interprete. La “Commedia Harmonica” del maestro Rinaldi, accompagnata alla chitarra da Vincenzo Cipriani, è riuscita a realizzare un tributo nel quale sono penetrate, allo stesso titolo, il garbo dell’intonazione amorosa, il decoro dell’ispirazione popolare, la suggestione della città di un tempo e l’eternità dei tramonti di Assisi, privilegio di anime semplici, nobili, sensibili e appassionate. Come quella di Maceo. Ed Assisi ha gradito, con un sussulto di "assisanità", definita con orgoglio "l'anima della nostra gente".

Franca Dal Monte

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