Liberalizzazione delle droghe leggere cosa pensano gli interlocutori di “Umbria Domani”?
L’idea, si sa, è ‘coltivata’ da parlamentari di varie estrazioni politiche: si punta a legalizzare la produzione, l’uso e la vendita della cosiddette droghe leggere. E’ dichiarato l’intento di ‘tagliare l’erba’ sotto i piedi degli spacciatori che prosperano economicamente sfruttando le fragilità di migliaia di giovani. I legislatori (Camera e Senato) dovrebbero occuparsene fra qualche settimana. Il Paese osserva e commenta.
Schierandosi, naturalmente, in opposte tifoserie. Non sono pochi, anzi sono tantissimi, i convinti che le droghe ,’’leggere’ quanto ti pare, facciano comunque male alla salute. Comunque non mancano i fervorosi assertori di una ‘‘libertà benefica’’ che consente di disciplinare il fenomeno del consumo, sottraendolo alla cupidigia degli speculatori. Il dibattito coinvolge non solo quasi mille parlamentari, ma anche, e soprattutto?, milioni di italiani. In fondo l’argomento non è di marginale valore sociale. I media, dalla carta stampata, alle Tv, alle radio, lo stanno affrontando con apprezzabile determinazione.
Anche ‘’Umbria domani’’, un sito che ha orecchie buone per ascoltare umori e malumori, può dare voce ai suoi molti e attenti interlocutori. Una specie di sondaggio. In fondo non è affatto vero che la politica debba solo dettare le regole. Sarebbe più logico che sapesse cogliere e comprendere le pulsioni della gente. Si governa meglio se si capisce la società che si vuole amministrare. Il consenso e il dissenso vanno cercati anche prima di comandare. Perché, dunque, non consentire anche a ‘’Umbria domani’’ di essere, su questo e su altri temi, la tribuna che ospita l’accavallarsi dei pareri? Piccoli contributi, certamente non inutili.
Diamo un senso di concretezza alla proposta. Cosa dice il ‘’disegno’’ depositato lo scorso 15 luglio?
Preleviamo da una fonte ufficiale: ‘’In sostanza si prevede l’introduzione della detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi innalzabili a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche». E inoltre: ‘’Non sarà possibile consumare marijuana in luoghi pubblici, sia all’aperto sia al chiuso: andrà fumata solo in luoghi privati (e sarà vietato guidare dopo l’assunzione). Ciascun cittadino potrà coltivare in casa propria fino a un massimo di 5 piante, segnalandolo al monopolio di Stato (ma senza la necessità di dover richiedere un’autorizzazione). Per quanto riguarda la vendita, sarà permessa «solo in esercizi dedicati esclusivamente a tale attività», e regolamentati da un monopolio. Restano dunque in piedi le norme relative allo spaccio, che sarà vietato anche per quantità molto ridotte (5 grammi).
È inoltre progettata la creazione di associazioni formate su modello dei “Social Cannabis Club” presenti in Spagna: un’associazione formata da un massimo di 50 persone che possono decidere di coltivare insieme le cinque piante a testa previste dalla legge (per un massimo quindi di 250 piante per coltivazione).
RINGHIO