Primarie Pd, è l’ora di reagire

di Gianpiero Bocci

Siamo alla vigilia di un appuntamento importante, che segnerà una tappa decisiva nel percorso del Partito Democratico, sia a livello locale che nazionale. Domenica, infatti, non si sceglierà solo il Segretario regionale del partito, ma se la partecipazione alle urne delle primarie sarà significativa essa può rappresentare la ripresa di un’idea e di un progetto che ha rappresentato la migliore sintesi, dal dopoguerra a oggi, delle principali culture politiche-popolari del Novecento. Oggi si assiste quotidianamente a scenari di violazione delle regole, di diffusa illegalità, di caduta dell’etica pubblica, alimentati da un uso spregiudicato e ricattatorio dell’informazione. Tutto questo deve provocare il Partito Democratico, quale maggior partito di opposizione, a costruire un progetto alternativo di società. Non si tratta solo di porre rimedio ai guasti della politica, ma di rigenerare la democrazia e di risanare il tessuto sociale, ricentrando su una nuova coscienza del bene comune, l’asse culturale del Paese. In questi anni, talvolta con la complicità più o meno consapevole anche del PD, è avvenuta una silenziosa ma profonda rivoluzione culturale, quasi una mutazione antropologica che, attraverso i mass-media, ha imposto una nuova mentalità e una nuova morale.

E’ giunta l’ora di reagire, di chiamare a raccolta le forze sociali, sindacali, le associazioni, alle quali va presentata, con il Partito democratico, un’ipotesi politica credibile e interessante.

Ecco perché domenica è necessario sollecitare un’effettiva e larga ma trasparente partecipazione popolare alle primarie; esse, infatti, possono costituire il momento di impegno e di evidenza della vocazione sociale del Partito. Da esse dovrà arrivare il messaggio che il PD è il Partito della cittadinanza democratica e pur consapevole di essere “parte”, come del resto sono, per definizione, tutti i partiti, esso è aperto alla società civile e capace di coglierne le ansie, i bisogni, le attese e le speranze di futuro. Per rispondere alla sua vocazione sociale, sarà necessario che la struttura del Partito evidenzi più chiaramente la propria natura associativa e la collegialità effettiva degli organi gestionali e deliberativi. Il PD deve essere visibile organizzativamente e riconoscibile culturalmente nella sua identità: una identità plurale, disegnata dalle culture che si sono impegnate a elaborarne il progetto; culture diverse, destinate non a rivendicare quote di appartenenza né a omologarsi nella spartizione del potere, ma sinceramente abitate da un’etica interna della mediazione, per intrecciarsi nella prospettiva di una sintesi alta e di unità progettuale.

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