UN ANNO DEL GOVERNO CONTE bis

di Pierluigi Castellani

E’ trascorso un anno da quando nell’afoso agosto del 2019 si dette vita al governo giallorosso, coalizione considerata improbabile solo qualche giorno prima. Fu un’intervista di Matteo Renzi seguita da un intervento di Goffredo Bettini, il più ascoltato consigliere di Nicola Zingaretti, a segnare la svolta. Allora anche i più recalcitranti all’interno del PD e dei 5Stelle hanno dovuto assecondare la nascita di un governo giustificato soprattutto dal contrastare la svolta sovranista di Salvini. A distanza di un anno Renzi ancora ne rivendica il merito. ” Se penso a come Salvini e Meloni avrebbero guidato il paese – ha detto Matteo Renzi al Corriere della Sera dell’11 agosto – mi vengono i brividi :avremmo  emulato Bolsonaro e Orban anzichè Macron e Merkel”. E’ indubbio che uno dei meriti da ascrivere al Conte 2 è di avere isolato Salvini che sembrava lanciato verso la conquista del paese, come pure la diversa posizione assunta dal governo giallorosso in Europa. Prima l’Italia era isolata e chiusa in un ingiustificato euroscetticismo mentre ora, ed è certamente merito del presidente Conte,si trova nel gruppo di testa dei paesi dell’eurogruppo insieme alla Francia ed alla Germania e può contare sulla massa di denaro del recovery fund, prima assolutamente impensabile con la posizione di scetticismo sull’Europa assunta dal precedente governo gialloverde, spesso risucchiato nell’orbita sovranista degli Orban e dei paesi cosiddetti frugali, che si sono rivelati poi essere i principali oppositori delle tesi italiane sul recovery fund. C’è inoltre da dire che la gestione della crisi pandemica ha visto il governo Conte bis, prudente sì ma attento ai risvolti sanitari ed economici della crisi tanto dall’essere divenuto agli occhi degli altri paesi europei, gravati ancora dall’insorgere di focolai pericolosi, come il paese più avveduto e più virtuoso. Certamente non sfuggono le ambiguità ed i ritardi del governo su questioni cruciali come il Mes, l’accelerazione sulle opere pubbliche, il sostegno al lavoro ed alle imprese. Ora il governo deve dimostrare che saprà spendere bene i soldi dell’Europa e che saprà rimettere in funzione il paese a lungo gravato dal lockdown. I rinvii , le paralisi su questioni importanti solo per pregiudizi ideologici, vanno prontamente abbandonati. Il paese si aspetta molto dal governo, che deve mantenere fede ai propri impegni. Ci sono ancora anni di legislatura che debbono essere operosi, c’ è l’appuntamento dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica dietro l’angolo. Il paese deve riprendersi ed iniziare a respirare a pieni polmoni nel turismo, nella realizzazione delle necessarie infrastrutture, nella produzione industriale, nel commercio,nell’export e nella lotta alla disoccupazione ed alle disuguaglianze sociali. E’ questo il momento buono per legittimare a pieno l’alleanza che ha dato origine al governo Conte bis. C’è anche da approfittare di un momentaneo smarrimento e di una relativa disunione nel centrodestra. Mentre Salvini e la Meloni non trovano di meglio che chiedere le dimissioni di Conte perchè non avrebbe prontamente chiuso l’Italia come chiedevano gli scienziati del comitato tecnicoscientifico,guarda caso però gli stessi che ora raccomandano prudenza alle regioni del nord a guida centrodestra, che invece vorrebbero allentare le cautelari misure di distanziamento nel trasporto ferrioviario ed automobilistico nella più esasperta incoerenza, Berlusconi cerca invece in tutti i modi di smarcarsi dal duo sovranista evidenziando la sua coerenza europea. Ora sarebbe il momento di rafforzare l’alleanza di centrosinistra anche se purtroppo i segnali che vengono dai posizionamenti dei 5Stelle alle prossime consultazioni elettorali regionali non siano incoraggianti.