San Venanzo, Medico su social, “ghostbuster ora sono io”

SAN VENANZO – Una foto in primo piano con il camice indosso e i segni della mascherina ben visibili sul volto, sopra un commento: “Esattamente un anno fa vedevamo le immagini della Lombardia e ci sembravano qualcosa di estremamente lontano. Un anno dopo la zona rossa siamo noi e il medico vestito da ghostbuster sono io”.

A condividere sui social la storia è stata Giulia Caciotto, ventisettenne di San Venanzo (tra i Comuni umbri in zona rossa), in meno di due mesi passata dalla laurea in Medicina all’Università di Perugia al lavoro in un reparto Covid.
La giovane – che ha discusso la tesi lo scorso 15 dicembre – è infatti uno dei neolaureati che hanno risposto al bando di reclutamento del personale medico indetto dall’Usl Umbria 2, entrando in servizio il 26 gennaio all’ospedale di Spoleto. Qui rimarrà fino alla fine dello stato di emergenza, al momento il 30 aprile.
“Siamo stati catapultati dai libri alle corsie in un momento drammatico – spiega -, mai l’avrei immaginato. Un inizio duro, ma quando avrò finito sarà bello pensare di aver dato un contributo”. In ospedale, racconta, “il ricambio dei pazienti è continuo, appena si libera un posto viene rioccupato. Ed ora che i malati non sono più in tv, ma hanno per me un nome e un cognome, tutto è cambiato”.
La speranza, per la dottoressa, è che “presto si possa tornare ad una situazione di normalità, anche grazie all’aiuto del vaccino, l’arma più potente che abbiamo”. “Io – racconta – ho già assunto la prima dose, con grande serenità”. Per ora, invece, per lei che ha ridotto al minimo i contatti anche in casa, sembra “assurda” solo l’idea di un pranzo fuori o di un caffè al bar. “Abbiamo assolutamente bisogno di far sì che la diffusione si blocchi, così come quella delle varianti” dice.
Intanto alla giovane dottoressa è andato il plauso del sindaco di San Venanzo, Marsilio Marinelli. “Lei come molti altri giovani in prima linea sta dando il meglio di sé in turni stressanti, per la mancanza di personale” commenta. E auspica “priorità nel piano vaccinale anche ai familiari conviventi del personale sanitario”.