Addio a Lamberto. Cancian in lacrime: “Ragazzi, dovete custodire la vostra vita. Adulti e media devono fare di più come educatori”

CITTÀ DI CASTELLO – Ultimo saluto a Lamberto, Città di Castello piange, i negozi hanno abbassato le saracinesche, gli occhi sono colmi di lacrime e la commozione è fortissima. Dentro la cattedrale tutti i ragazzini della Madonna del Latte: sopra la bara la maglietta di Lamberto, tanti fiori bianchi e una sciarpa della sua squadra del cuore, la Juventus. Ci sono anche gli alunni del II C Scientifico del liceo statale Plinio il Giovane che nei giorni scorsi hanno collocato dei fiori sul banco di Lamberto. Familiari, amici, compagni di scuola e di calcio, conoscenti e non, sono tutti in cattedrale per Lamberto. La chiesa è gremita e il vescovo Domenico Cancian non riesce durante il rito a trattenere le lacrime, interrompendosi più volte.

L’omelia di Monsignor Cancian è breve ma forte: “Dinanzi all’irreparabile tragedia della morte di Lamberto, la comunità cristiana e civile si ritrova qui, nella nostra cattedrale, sgomenta. Le parole appropriate sono difficili da trovare e rischiano di essere di troppo o fuori posto”.
Cancian si rivolge ai giovani: “Prendetevi le vostre responsabilità per custodire la vostra vita, il bene più prezioso per voi e per gli altri. Se volete, potete distinguere le esperienze veramente belle (e sono tante) e le esperienze negative e pericolose.  Se volete sapete distinguere il bene dal male. Nessuno di noi può ignorare o sottovalutare gli effetti disastrosi di certe sostanze.”
Poi parla anche agli adulti: “Senza giudicare nessuno e senza alimentare sentimenti negativi, noi adulti – dobbiamo dircelo – possiamo fare di più e meglio come educatori. Le agenzie educative e formative, compresi i media, hanno il dovere di segnalare le situazioni di pericolo per evitarle, facendo chiaramente sapere che alcune sono senza ritorno e altre incidono in maniera negativa. Ma soprattutto, tutti insieme dovremmo, con gli esempi accompagnati dalle parole giuste, mostrare che ci si può divertire in modo bello e costruttivo. Ognuno secondo il proprio compito ha il dovere di promuovere il vero bene e prestare l’aiuto giusto nel momento e nel modo giusto”.

Spezzano il cuore le parole degli amici: “Siamo tutti qui per ricordare quante ne abbiamo passate insieme, nessuno vuole dirti addio. Ci vediamo a settembre a scuola…con il tuo sorriso, la tua allegria e le tue parole…”. I compagni di calcio hanno ricordato la passione di Lamberto “per il calcio e per la Juventus, abbiamo condiviso gioie e dolori dentro e fuori dal campo. Alla prossima partita quando l’arbitro farà l’appello tu sarai lì con noi come sempre”.

Nel giorno in cui Città di Castello si ferma per dare l’ultimo saluto a Lamberto Lucaccioni, in Romagna si va verso la chiusura del Cocoricò. I Carabinieri di Riccione, infatti, avrebbero preparato una relazione nella quale sarebbe riepilogato tutto quanto successo all’interno del locale negli ultimi due anni.  Pare che il fascicolo questa mattina dovrebbe finire sulla scrivania del Questore che pronuncerà l’ultima parola su un eventuale provvedimento di chiusura della discoteca.

Lamberto è arrivato ieri a Città di Castello. Portato a mano dagli amici e seguito dai genitori, il feretro del 16enne è arrivato intorno alle 14 in Duomo, dove è stata allestita la camera ardente. Tutti i suoi amici l’hanno aspettato sotto al sole. Moltissime personesono andate a salutare Lamberto.  L’addio ci sarà alle 17, con il sindaco Luciano Bacchetta ha proclamato il lutto cittadino. Da qui l’invito agli operatori commerciali del centro storico ad abbassare le saracinesche dei propri esercizi in segno di cordoglio dalle ore 17 alle ore 18, in concomitanza con le esequie. Un invito raccolto dai negozianti. I funerali saranno officiati dal vescovo Domenico Cancian, rientrato da una vacanza in Veneto.

Il sindaco, Luciano Bacchetta, in segno di rispetto, ha anche annullato qualche evento pubblico in calendario per questa sera.

Ai funerali avrebbe voluto partecipare il diciannovenne indagato per avere ceduto al ragazzo l’ecstasy ma ha deciso che no parteciperà per opportunità. “Ho preso quella droga anche io. E’ toccata a loro ma poteva succedere a me e sarebbe stato meglio…” ha ripetuto il giovane indagato all’avvocato Eugenio Zaganelli, uno dei suoi difensori. Il ragazzo ha ammesso di avere fornito lui l’ecstasy a Lucaccioni ma continua a ribadire di non essere coinvolto nel giro dello spaccio ma di aver preso la droga perché più grande e dotato di auto per poi cederla agli altri.
Da domenica scorsa il diciannovenne è chiuso in casa. “La sua – ha spiegato ancora l’avvocato Zaganelli – è una famiglia perbene, distrutta dal dolore. Qui le vittime sono due”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.