Azienda Speciale Farmacie Municipalizzate di Terni: scontro tra sindaco e cda

TERNI – “Sulla vendita delle farmacie è il Comune che decide”. Aveva esordito così il primo cittadino di Terni, Leopoldo di Girolamo, in merito alla questione delle farmacie municipalizzate (AsFm). A poche ore di distanza arriva direttamente la nota del cda dell’azienda che “precisa al sindaco alcune questioni”.

“Il cda dell’Azienda – scrivono – ha inviato in data 7 settembre al dirigente preposto, una lettera con richiesta di approfondimento giuridico in merito a talune problematiche avente ad oggetto la vendita/concessione di alcuni punti vendita come previsto dal Piano Industriale già approvato con apposito atto della proprietà.

Tale richiesta di approfondimento è stata effettuata nell’esclusivo intento di salvaguardare la proprietà e l’Azienda dal compimento di atti non conformi alle norme vigenti in materia. Si ritiene doveroso precisare e ricordare che tale richiesta è priva di qualsiasi giudizio sulle scelte politiche della proprietà. Il suo contenuto non ha alcun intento di ostacolare le decisioni  assunte che non competono a codesta società”.

La nota del cda prosegue duramente: “Appaiono pertanto incomprensibili le dichiarazioni del primo cittadino dato che non trovano fondamento nei contenuti della lettera del 7 settembre  che a tutt’oggi non ha ricevuto alcun riscontro. Il cda attuale ha sempre svolto il proprio mandato nell’assoluto rispetto delle scelte istituzionali e dei relativi ruoli. Pertanto, si ritengono irricevibili le “accuse” mosse dal primo cittadino nei confronti di chi ha svolto il proprio mandato senza le ambizioni alle quali egli stesso fa riferimento.

Questo CdA, con l’impegno quotidiano, il lavoro ed il sostegno esplicito del personale dipendente, ha sempre perseguito gli interessi dell’Azienda e, di conseguenza, quelli della collettività ternana, nonostante gli attacchi volti a minare la serietà e la trasparenza di tale operato”.

“Riteniamo infine – conclude la nota – che nel rispetto dei ruoli, il sindaco, come sempre ha fatto, avrebbe dovuto convocare il cda qualora avesse ritenuto necessario un chiarimento prima di procedere con la pubblicazione del comunicato stampa che ha generato, come prevedibile, inutili polemiche.

Il cda della Società, in ogni caso,  continua il proprio mandato nell’assoluta responsabilità del ruolo ricoperto e nell’esclusivo interesse dell’azienda e del bene pubblico che rappresenta”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.