Consiglio regionale, la commissione licenzia la legge elettorale: il 16 e 17 febbraio il voto in aula

Un solo turno e un solo collegio elettorale, doppia preferenza di genere, massimo 12 consiglieri per le liste
che sostengono il candidato presidente vincente, no al voto disgiunto. Questi alcuni dei punti centrali contenuti nella proposta di legge elettorale regionale approvata stamani a maggioranza (sì di Smacchi-PD e Buconi-Psi, no di Stufara – Prc) dalla Commissione speciale per le riforme statutarie e regolamentari, presieduta da Andrea Smacchi.

Il testo licenziato oggi è costituito dal pacchetto emendativo proposto da Smacchi, che modifica la normativa regionale e nazionale. Nella riunione di oggi erano assenti i rappresentanti dei gruppi di opposizione (Nevi-FI, Mantovani- Ncd , Zaffini-FdI  e Monacelli-Udc) e Goracci (Misto-CU), che hanno abbandonato già dal 14 gennaio scorso i lavori della Commissione per protesta contro
“le chiusure della maggioranza” – e Brutti-Idv.

L’atto approvato oggi andrà in Aula nella seduta convocata per il 16 e 17 febbraio. Relatore di maggioranza Andrea Smacchi (PD), relatore di minoranza Damiano Stufara (Prc-Fds).

Rispetto alla materia elettorale erano depositate in Commissione 5 proposte di legge:  Mantovani-Ncd; “Progetto per i territori”, proposta dal Consiglio comunale di Gubbio;  “Pari rappresentanza di genere nelle lezioni  del Consiglio regionale” (Zaffini-Fratelli d’Italia, Monacelli-Udc e Rosi-FI); “Abolizione della lista regionale” (Chiacchieroni-PD); “Ulteriori cause di ineleggibilità e incompatibilità alla carica di consigliere e assessore regionale” (Cirignoni-Misto). Questi testi normativi sono stati di fatto “assorbiti dall’atto approvato in Commissione o superati” e non saranno quindi posti in discussione in Aula, a meno che non siano riproposti sotto forma di emendamenti che ne riprendano i contenuti.

I punti centrali della proposta approvata dalla commissione
Si stabilisce che l’elezione del presidente e dei consiglieri avvenga in un turno unico, sulla base di un un collegio unico. Non è ammesso il cosiddetto voto disgiunto. Scelta l’utilizzazione del metodo proporzionale “Hagenbach-Bischoff” (cosiddetto sistema della “miglior media”) per il riparto dei seggi. Per la coalizione che ha conseguito il maggior numero di voti si prevede un massimo di 12, con la garanzia minima di otto seggi per le liste o coalizioni perdenti.

Per quanto riguarda il premio di maggioranza, abolito il cosiddetto listino, si stabilisce che al partito che ottiene il risultato più alto della coalizione vincente siano assegnati, in base al risultato raggiunto, fino a un massimo di 10 seggi; gli aggiuntivi (2) sono messi a disposizione delle altre liste della coalizione a condizione che conseguano un risultato elettorale che superi la soglia minima fissata al 2,5 per cento sul totale dei voti validi espressi.

Sì alla doppia preferenza di genere (si possono dare fino a un massimo di due preferenze, purché di genere diverso). Ciascun genere dovrà essere rappresentato in ogni lista per una quota non inferiore al quaranta per cento.

L’ingresso a Palazzo Cesaroni dei candidati presidente non eletti è previsto solo a quelli collegati a liste che abbiano conseguito almeno un seggio. Per quanto riguarda la raccolta delle firme per la presentazione delle candidature, si prevede la sottoscrizione delle liste da un numero di cittadini compreso tra un minimo di 1500 e un massimo di 2000, ma in sede di prima applicazione (cioè nella prima tornata elettorale dopo l’entrata in vigore) il numero di esse è dimezzato.

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