Gioco d’azzardo, Foligno diventa centro regionale contro la ludopatia

FOLIGNO – Foligno diventerà centro regionale per la lotta alla ludopatia, un fenomeno sempre più diffuso in Umbria, che colpisce tutte le fasce di età e tutte le classi sociali, in grado di rovinare intere famiglie e di spingere le persone al suicidio, contro il quale è iniziata una lotta a tutto campo, non solo con servizi specialistici e strumenti normativi, ma anche attraverso una rete diffusa che coinvolge l’intera comunità. È quanto emerso ieri a Foligno, nel corso di un dibattito promosso da diverse associazioni della città con il contributo degli esperti del Dipartimento dipendenze della Usl Umbria 2, al quale è intervenuto anche l’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, che ha spiegato le strategie della Regione per combattere il gioco d’azzardo.
“Siamo di fronte a una vera e propria piaga sociale – ha evidenziato Barberini – che va debellata attivando tutte le strategie possibili. Per cercare di dare una risposta seria, la Regione Umbria ha recentemente approvato una legge per dire no al gioco d’azzardo. Già nei primi mesi del 2016, verrà attivato un numero verde per le segnalazioni e per dare la possibilità a chi vive questa patologia di trovare subito un aiuto competente. Ci sarà una grande campagna di comunicazione per dire che l’Umbria è una regione ‘No slot’, un marchio che verrà registrato e che potrà essere affisso sulle vetrine degli esercizi commerciali che rifiutano le slot machine e che, per questo, avranno diritto a incentivi. Attiveremo corsi di formazione specifici per operatori del settore e un protocollo operativo, con vari soggetti istituzionali e le forze dell’ordine, per una strategia comune contro il gioco d’azzardo”.
Barberini ha anche detto che “la legge regionale ha qualche incertezza che va superata, soprattutto tenendo presente il quadro nazionale rispetto alle nuove autorizzazioni per le slot, ma cercheremo di arrivare a dei correttivi”. L’assessore ha anche annunciato “l’apertura a Foligno di un centro regionale di riferimento contro la ludopatia, una scelta a cui si è arrivati grazie alla positiva esperienza maturata finora grazie all’importante lavoro svolto dalla Usl, anche con il contributo di varie realtà associative e del mondo del volontariato” e “l’attivazione, nelle più importanti città della regione, di punti di ascolto e centri di accoglienza per chi soffre di dipendenza da gioco”.
Nel corso dell’incontro Sonia Biscontini, responsabile del Dipartimento dipendenze della Usl Umbria, ha tracciato un quadro della diffusione del fenomeno in una città come Foligno. “Nel 2015 – ha detto – abbiamo avuto 64 soggetti in carico, di cui 29 nuovi ammessi. Di questi 55 sono gli uomini e 9 le donne, 6 gli stranieri. Trentotto hanno più di quarant’anni, 46 vengono dal territorio della Usl Umbria 2, 19 dalla Usl 1 e 3 da fuori regione. Trenta hanno il diploma di scuola superiore, 15 di scuola media, 4 sono laureati e 15 disoccupati. A preoccupare di più sono, però, i giovanissimi che non compaiono nelle nostre strutture ma che cadono sempre più nella rete del gioco d’azzardo, soprattutto attraverso il gioco on line che possono fare a tutte le ore e in ogni posto tramite i telefonini. Bisogna tenere alta l’attenzione verso un fenomeno sempre più grave e trasversale. Va anche detto che il 90 per cento delle persone che si convincono a farsi curare dai nostri servizi, nel giro di due anni, non giocano più”.foto 2 (15)
“Chi gioca – ha spiegato Lucia Coco, psicologa e psicoterapeuta della Usl Umbria 2 (nella foto insieme a Luca Barberini) – lo fa per avere un antidoto alla solitudine, una sorta di momento di rivalsa contro la vita o la precarietà, per staccare la spina dalle difficoltà della vita quotidianità, per avere scariche di adrenalina e attimi di presunta felicità. Si comincia per gioco e in breve si arriva a essere totalmente dipendenti: nei giocatori scatta lo stesso meccanismo di chi assume droga e se non giocano vanno in astinenza e stanno male. Il gioco d’azzardo – continua – è una malattia neuropsicologica, le persone che ne soffrono sono capaci di stare anche otto ore di fila davanti a un slot machine, perdendo il contatto con la realtà, anche perché questi strumenti sono in grado di creare stati di trance ipnotica attraverso i suoni e i colori che producono”.
“Non è semplice aiutare queste persone – ha evidenziato ancora la dottoressa Coco, che è anche consultore del sindaco di Foligno per la promozione della salute e del benessere e della qualità della vita – ma a Foligno vantiamo una struttura di riferimento regionale, in grado di gestire tutte le fasi della malattia. I servizi specialistici e gli strumenti normativi spesso però non bastano, servono un nuovo atteggiamento culturale e un’attenzione diffusa, con l’intera comunità che diventa protagonista della sua salute: una comunità che si prende cura di se stessa e dei suoi cittadini, anche grazie al contributo di una rete di associazioni che presidia e monitora il territorio”.

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