Inaugurato l’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico: 104 le cause chiuse, 18 mesi di tempo per la definizione

PERUGIA –  Sono state 103 le nuove cause, 231 quelle di nullità trattate, 104 chiuse di cui 92 con sentenza affermativa e 7 con sentenza negativa, si è chiuso l’anno giudiziario 2014 del Tribunale ecclesiastico regionale. Un tribunale in cui la giustizia marcia più celermente visto che le definizioni non vanno oltre un anno e mezzo. Il punto è stato fatto in occasione dell’inaugurazione, questa mattina, del nuovo anno giudiziario. L’inaugurazione è stata tenuta dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Umbra e moderatore del Tribunale ecclesiastico regionale umbro, alla presenza del vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino, di quello di Terni- Narni-Amelia padre Giuseppe Piemontese.

“L’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del nostro Tribunale, non è e non deve passare solo come una formalità – ha detto il cardinale Bassetti – ma deve servire per capire e comprendere il reale “stato di salute” delle nostre famiglie, le problematiche che vivono, le difficoltà che incontrano, per vivere e testimoniare realmente nell’amore nuziale tra l’uomo e la donna il mistero grande, che rende presente nel mondo l’amore di Cristo e della Chiesa”.

Riferendosi alle recenti dichiarazioni di papa Francesco sulla Giustizia nella Chiesa, il cardinale Bassetti ne ha ribadito la questione dei tempi: “nella durata ragionevole dei procedimenti: la Chiesa non faccia aspettare anni per sapere se matrimonio è nullo o valido. “Quanta gente – ha esclamato il Papa – aspetta anni una sentenza”. La linea da seguire è quella della giustizia, ma anche della carità, “perché c’è tanta gente che ha bisogno di una parola della Chiesa sulla sua situazione matrimoniale, per il sì e per il no, ma che sia giusta”.

Per quello che riguarda l’attività svolta dal Tribunale ecclesiastico umbro è stato il vicario giudiziale, padre Cristoforo Pawlik ad illustrare i dati: nell’anno 2014 sono state introdotte 103 cause, sono state definite 104 cause contro le 79 del 2013 ( 25 di più); le cause pendenti alla fine dell’anno 2014 sono 127 ( di cui 11 prossime alla sentenza, 9 in fase dibattimentale; 50 giacenti presso i Periti; 56 in fase istruttoria; 1 sospesa.

Nel corso dell’anno 2014 sono state trattate 231 cause di nullità, concluse 104 di cui chiuse con sentenza affermativa 92, chiuse con sentenza negativa 7.

Per quanto attiene ai capi di nullità si mantiene la tendenza emersa negli anni precedenti della forte incidenza dell’incapacità consensuale dei coniugi, termometro della realtà sociale dei nostri tempi.

Per quanto riguarda i tempi processuali, la maggior parte delle cause si è conclusa entro un anno e mezzo e sono pochi i casi che vanno oltre, mentre per i costi delle cause per ottenere la dichiarazione di nullità del matrimonio è stato rilevato che la parte attrice che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare €525,00 al momento della presentazione del libello, come contributo per i due gradi di giudizio; la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi all’istruttoria e solo nel caso in cui si costituisce è tenuta a versare €262,50.

“Ricordo che nella Chiesa la giustizia è accessibile a tutti senza distinzione – ha riferito padre Pawlik – tanto è vero che anche quest’anno diverse persone, trovandosi in difficoltà hanno chiesto ed ottenuto la riduzione o l’esonero totale dal contributo dovuto per le spese processuali  da tempo in linea con l’auspicio di Papa Francesco che le cause siano gratuite. Questo ci è possibile perché siamo finanziato dall’otto per mille”.

Fortemente voluta da papa Francesco, la riforma del processo matrimoniale canonico è stata al centro della relazione dell’insigne professore Paolo Moneta, membro della Commissione speciale di studio per la riforma del processo matrimoniale canonico, creata ad hoc da papa Francesco.

“Il recente Sinodo dei Vescovi sulla famiglia è stato molto attento alla questione della nullità del matrimonio canonico – ha detto Moneta – in particolare per l’aspetto spirituale delle persone e delle loro attese. La necessità messa in evidenza è stata quella di rendere più veloci e snelle le procedure senza intaccare però serietà e obiettività del giudizio, e su questo si sta lavorando in sede di studio della riforma. Alcuni aspetti più tecnici volgono ad una procedura semplificata che non appesantisca l’opera della giustizia, rivedendo il principio dell’obbligatorietà della copia conforme che impone oggi il doppio grado di giudizio con la ratifica obbligatoria del tribunale di appello; o quello della collegialità di tre giudici di cui uno laico, per avviarsi verso un possibile giudice unico; o nel prevedere una procedimento più veloce nei casi più facilmente dimostrabili di nullità in cui ci siano prove semplici e concordia tra le parti nella percezione della loro vicenda matrimoniale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.