La tecnologia al servizio dell’artigianato

PERUGIA – In che direzione andrà l’artigianato nei prossimi anni? La risposta prova a fornirla la CNA Umbria che in un seminario svoltosi alla Posta dei Donini mette in risalto le prospettive e le opportunità da cogliere per anticipare i tempi e adeguare i processi produttivi aziendali a questa epocale trasformazione. Anche il Presidente della CNA Rento Cesca, nel suo saluto iniziale, afferma che “siamo nell’era del digitale e le aziende – anche quelle artigiane – devono stare al passo con i tempi, innovandosi e aggredendo nuovi mercati con prodotti sempre più innovativi e di alta qualità”. Oggi si parla di Artigianato 4.0 e di manifattura digitale per indicare un approccio innovativo da intraprendere seguendo una linea di condotta che determinerà una ristrutturazione aziendale adattandola alla rivoluzione tecnologica che ormai è entrata di diritto nel nuovo e attuale modello di business. Francesco Venier, direttore esecutivo della MIB Trieste School of Management affronta tutta una serie di tematiche connesse con la fine di un’epoca e le opportunità che il digitale sta apportando nelle aziende. In modo quasi tagliente, ma realistico, fa un’analisi del mondo del lavoro, andando ad evidenziare, senza mezzi termini, le tipologie di occupazione che nei prossimi anni inevitabilmente si estingueranno a favore di nuove figure professionali. Dai call center ai negozi retail, dai traduttori ai giornalisti: questi alcuni lavori che tenderanno a scomparire per essere sostituiti dalla tecnologia. Persino le diagnosi mediche verranno realizzate con appositi macchinari. Le stampanti 3D oggi sono addirittura in grado di stampare case. Pertanto anche il lavoro intellettuale, limitatamente creativo è a rischio. Sarà il mondo delle connessioni, dei progetti condivisi, delle relazioni tra uomo e macchina. La tecnologia è uno strumento, un nuovo modello di business messo a disposizione delle persone e delle aziende per ottenere maggiori vantaggi. L’innovazione ha una doppia facciata, mentre da un lato distrugge lavoro, dall’altro lo crea. Il futuro si baserà sull’unione di capitale umano e capitale sociale per creare una società basata sul capitale cognitivo capace di instaurare relazioni e scambiarsi idee e progetti. Il direttore di Cna Roberto Giannangeli sostiene che “grazie alla capacità di innovarsi e di sfruttare le potenzialità dei nuovi strumenti tecnologici e digitali che tante imprese artigiane hanno traghettato con successo gli anni della crisi. L’esperienza di questi ultimi anni ci insegna che la digitalizzazione può avvicinare al mondo anche un’impresa di piccolissime dimensioni, perciò va favorito in ogni modo il processo di acquisizione di tecnologie e competenze innovative da parte di queste imprese”. Inoltre, ha sottolineato come oggi con il digitale si può entrare in nuovi mercati stranieri e si può raggiungere un numero potenzialmente infinto di clienti. Le parole d’ordine sono conoscenza, competenze e sapere fare per unire la tecnologia alla tradizione manifatturiera. E nell’elencare alcune best practice di aziende umbre che Sergio Sacchi, docente di macroeconomia all’Università di Perugia, ha fatto una panoramica delle imprese locali di piccole dimensioni il cui numero è superiore alla media nazionale considerando che su 7.000 aziende, 5.600 sono artigiane. La Cna quindi propone alla Regione di attivare tre linee di intervento specifico, volte al miglioramento dei processi produttivi aziendali attraverso l’acquisto di nuovi macchinari ed attrezzature produttive; al miglioramento dell’efficienza energetica e dei livelli di sicurezza negli ambienti di lavoro; e bandi per l’innovazione digitale e voucher per la digitalizzazione. Strumenti da estendere a tutti i comparti produttivi, compreso il tessile, che negli ultimi anni invece non ha potuto beneficiare di alcuna misura. Pronta la risposta dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Fabio Paparelli, che nel dare la disponibilità della Regione per costruire percorsi e strumenti a misura della piccola impresa, ha sottolineato il rapporto di collaborazione costante con la Cna, “un’associazione ancora capace di intercettare i bisogni delle imprese e di farsene portatrice verso le istituzioni”. Al termine della discussione si sono svolti i lavori dell’assemblea elettiva di Cna Produzione, che ha confermato alla presidenza Simone Mazzocchi e individuato i nomi dei portavoce per i diversi mestieri rappresentati all’interno dell’Unione: Federico Sabbioni per la comunicazione, Francesco Galatioto per la moda, Michele Carloni per la meccanica, Danilo Capponi per la meccanica meccatronica, Maurizio Picciolini per l’arredo casa, Leonardo Faccendini per l’alimentare e Roberto Fugnanesi per l’artigianato artistico.

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