Le imprese artigiane calano: perse oltre 4mila realtà in dieci anni

PERUGIA –  In Umbria, alla data del 31 dicembre 2018, le imprese artigiane registrate sono 20.659 e rappresentano il 21,9% del totale delle imprese operanti in regione. Rispetto alla fine del 2017 calano dell’1,7%, calo che accumuna tutte le regioni italiane (la variazione nazionale è del -1,3%) ma che è tra le più consistenti insieme a Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Basilicata, quest’ultima con la perdita più alta di -1,9%.

Negli ultimi 10 anniil confronto tra le imprese artigiane in Umbria umbre Italia e Italia centrale evidenzia come le perdite maggiori si siano avute a livello regionale passando da un -1,3% del 2009 ad un -2,7% del 2013 e ad -2,4% del 2017, laddove sia Italia che Italia centrale non sono mai scese oltre il -1,9%. Le imprese artigiane in Umbria passano dalle 24.737 del 31 dicembre 2008 alle 20.659 di fine anno 2018, perdendo 4.078 imprese, il 16,5% in dieci anni (le percentuali di Italia centrale e Italia sono sempre negative ma rispettivamente di -11,6% e -12,5%); solo due regioni hanno variazioni più consistenti ed esattamente la Sardegna che in dieci anni perde il 18,8% e l’Abruzzo in cui le artigiane calano del 17,2%. Il totale imprese, negli anni, è comunque diminuito, ma con percentuali molto più contenute: dal 2008 ad oggi le imprese umbre calano di 822 unità e un -0,9%

Un calo, dalla fine del 2017, di 358 imprese artigiane, con le perdite più consistenti nelle costruzioni, 193 imprese in meno e un -2,4%, e nel manifatturiero con 117 imprese in meno e un -2,2%; molto più contenute le perdite negli altri settori. Per contro positivi i settori di agricoltura (+1,2% e 4 imprese in più), attività di noleggio (+1,4% e 9 imprese in più), attività artistiche (+2,3%  e 2 imprese in più) e altre attività di servizio (+0,5% e 16 imprese aggiunte).

Per quanto attiene alla ragione socialeil 72% delle imprese artigiane umbre è impresa individuale (contro il 77,5% a livello nazionale), il 20,2% sceglie la forma delle società di persone, che in Italia non arriva al 16% (15,9%), con un 7,2% di società di capitale, anch’esso superiore al 6,3% del valore nazionale.

L’Umbria con il 18,6% è la seconda regione per entità di addetti artigiani sul totalea pari merito con la Liguria, mentre con percentuali di poco più alte c’è solo la Toscana con il 18,8%; valori quelli appena citati ben più consistenti del 14% della media nazionale e del 12,7% dell’Italia centrale, con la regione Lazio che segna la percentuale più bassa di addetti artigiani sul totale (6,9%).

Sono 52.605 gli addettidelle imprese artigiane. Anche come ripartizione per classi di addetti si evidenzia come le imprese artigiane in Umbria siano mediamente di maggiori dimensioni rispetto al contesto nazionale e centrale. Infatti le percentuali sono più alte per quanto attiene alle classi 2-5 addetti, 6-9 addetti, 10-19 e 20-49. La classe con “0” addetti invece vede la percentuale umbra ferma all’1,67% mentre quella dell’Italia arriva al 2,35% e quella dell’Italia Centrale al 2,49%.

Il 19% delle imprese artigiane in Umbria è guidato da donne.

Una percentuale rilevante considerando che in Italia si fermano al 16,7%, comunque inferiore a quella che si verifica per il totale imprese dove le femminili umbre sono il 24,9%, uno dei valori più alti a livello nazionale (superato solo da Molise, Basilicata e Abruzzo). Rispetto alla fine del 2017 perdono 23 imprese un -0,6% che si avvicina alla variazione negativa dell’Italia centrale con -0,4% ma in controtendenza con quello che accade a livello nazionale che segna un +0,1%.

Le imprese giovanili tra le artigianetotalizzano un 8%, una delle percentuali più basse delle regioni italiane seconda solo alla Sardegna in cui le imprese giovanili artigiane rappresentano il 7,9% (valore di pochissimo inferiore a quello umbro).

Sono 1.656 le imprese artigiane guidate da giovani per la maggior parte concentrate nelle costruzioni (606 imprese di il 39,1% sono straniere), nelle altre attività di servizio (354) e nelle attività manifatturiere (328).

Rispetto ai dati del 31 dicembre 2017 in Umbria si perdono 169 imprese giovanili artigiane, un -9,3%,  che percentualmente rappresenta la perdita più alta a livello di regioni italiane, laddove l’Italia perde il 5,8%, l’Italia centrale il 6,4% e le regioni con la variazione percentuale più bassa sono Valle d’Aosta con il -3,1% e il Trentino con -1,2%.

Le imprese straniere rappresentano in Umbria il 14,1%del totale imprese artigiane registrate, percentuale leggermente inferiore a quella nazionale che è del 14,4% ma inferiore di più di 3 punti percentuale rispetto alla media dell’Italia centrale che è del 17,6%.

Sono 2.906 le imprese straniere artigiane che si concentrano principalmente nelle costruzioni, con 1.775 unità, nelle imprese manifatturiere (465) e nelle altre attività di servizio (211). Rispetto alla fine del 2017 le straniere artigiane hanno una contrazione di 12 imprese, un -0,4% che è la variazione negativa meno importante registrata fino ad ora se si pensa al totale artigiane, e alle femminili e giovanili analizzate poco prima.

Per quanto riguarda l’artigianato artistico (i settori indagati che secondo Unioncamere Umbria risultano, all’interno dell’artigianato, quelli più vocati alla creatività e al contenuto artistico sono individuati in 21 codici e ripartiti in 7 macro aree tessitura, legno, carta. ceramica, metalli, produzione orologi, metalli preziosi) le imprese che ne fanno parte risultano essere 729 (di queste l’84,8% localizzate nella provincia di Perugia, con 618 imprese, e il restante 15,2% in quella di Terni)e rappresentano il 3,5% del totale imprese artigiane umbre e l’1,9% dell’artigianato artistico italiano. Una percentuale alta, quella del 3,5% sul totale nazionale, che vede l’Umbria essere superata solo da 4 regioni: Sardegna (3,7%), Campania (3,8%), Toscana (4,2%) e Sicilia (4,4%) .

In Umbria il comparto più consistente con 243 imprese è quello della ceramica (comprensiva di vetro, marmo, pietra e affini) che rappresenta il 33,3% di tutto l’artigianato artistico; segue per numerosità il settore dei metalli comuni (186 imprese e il 25,5%) e quello dei metalli pregiati (comprensivo delle pietre preziose, pietre dure lavorazioni e affini)con 118 imprese (16,2%).

L’andamento dell’artigianato artistico negli ultimi anni ha registrato in Umbria, pur se negative, delle  performance migliori dei due territori di riferimento, Italia e Italia centrale.

Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno l’Umbria vede tutti i settori con variazioni negative: fanno eccezione il legno (con l’11,5% in più rispetto alla fabbricazione di mobili per arredo domestico), la fabbricazione di articoli di carta e cartone con un +1,9% e la fabbricazione di strumenti musicali.