Mense Perugia, i comitati chiedono un incontro al sindaco Romizi. I Radicali: “Non prorogare il servizio”

PERUGIA – C’è sgomento dopo la notizia dell’indagine del pm Cicchella sulle mense del comune di Perugia. Le associazioni dei genitori e i Comitati mensa arrivano così a chiedere un incontro al sindaco. “Quanto emerso dalle indagini dei NAS – scrivono in una nota – descrive una situazione allarmante e che comunque è stata scoperta anche grazie alla tenacia e alla costanza dei genitori che hanno continuato a controllare e a segnalare. Ci auguriamo che possa essere fatta piena luce sulle responsabilità, laddove ve ne saranno, e che presto vengano attuate tutte le misure necessarie a prevenire altri fatti gravi, come quelli già riscontrati. Auspichiamo, inoltre, una chiara presa di posizione da parte del Comune e ribadiamo la richiesta già fatta fin dal mese di Aprile di bandire subito una nuova gara, istituzionalizzando una volta per tutte il ruolo dei genitori, che per oltre trenta anni hanno gestito gli acquisti e che devono pertanto essere coinvolti a monte nell’organizzazione del servizio, nella selezione dei fornitori e a valle nei controlli”.

La richiesta di evitare la proroga arriva dai Radicali. “L’inchiesta avviata dalla Procura di Perugia che fa seguito ai rilievi del Nas dei mesi scorsi e che ha portato all’iscrizione a vario titolo di 13 persone nel registro degli indagati – dice il segretario dei Radicali di Perugia Michele Guatini – dimostra che le preoccupazioni e le criticità sollevate dai genitori nel corso dell’anno scolastico appena concluso sulla qualità del servizio mensa fornito ai bambini di Perugia non erano inutili allarmismi”.

“Ovviamente siamo alle prime fasi dell’inchiesta – spiega Guaitini – e nessuno è colpevole fino a sentenza definitiva ed eventuali reati devono essere ancora accertati, tuttavia la delicatezza dell’oggetto dell’indagine impone la massima prudenza, pertanto riteniamo inopportuno per il Comune di Perugia prorogare questo contratto alle medesime condizioni che hanno portato ad un ricorso al Tar di prossima trattazione, una generale insoddisfazione da parte dei genitori, nessuna riduzione dei costi per l’amministrazione e ora, da ultimo, l’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone coinvolte nell’erogazione del servizio. Se ripetizione deve essere, il Comune imponga alle ditte alcune migliorie sul servizio, senza riconoscere ulteriori corrispettivi, a cominciare dalla soluzione alle problematiche sulle stoviglie in plastica e sull’acqua ricca di nitrati e si rivedano completamente i meccanismi di controllo riconoscendo anche ai genitori piena legittimazione in materia. In caso contrario non vediamo altra soluzione che indire un nuovo bando con un capitolato e criteri di controllo maggiormente stringenti rispetto a quelli in vigore. I tempi sono ormai molto stretti ma in linea con quelli dello scorso anno quando la gara fu indetta proprio in questo periodo”.

Intanto emergono i dettagli dell’inchiesta ed emerge un quadro decisamente a tinte fosche. Il pollo aveva frammenti ossei, il pesce le lische e il pane e lo yogurt le muffe. Il prosciutto e la frittata erano contaminati dai batteri “Listeria Monocitogenes” e “Staffilococchi coagulasi positivi”. Un contesto che ha fatto scattare 13 avvisi di garanzia per le accuse di frode nelle pubbliche forniture e somministrazione di alimenti dannosi per la salute pubblica. Tra gli indagati i manager delle imprese che fanno parte del raggruppamento che ha vinto l’appalto. Il problema sarebbe la violazione di quanto previsto nel capitolato in ordine alla qualità, alla provenienza e alla quantità.

Dettagli che allarmano e che fanno scattare la polemica politica. Sugli scudi il gruppo del Pd: “I timori espressi dai genitori dei comitati mensa stanno prendendo forma e corpo. Le indagini del NAS – dicono i dem  stanno portando alla luce situazioni di irregolarità nella gestione dei cibi somministrati nelle mense scolastiche. L’esternalizzazione dell’acquisto delle derrate ha ridotto la qualità del cibo somministrato e sta causando problemi anche a carattere sanitario. Dalla Listeria Monocitogenes agli Stafilococchi i rischi per la salute dei bambini sono altissimi. Pane muffito e yogurt scaduti fanno da contorno. Assistiamo addirittura alle grammature taroccate e ai residui di ossa e lische all’interno dei cibi. Ciò dimostra che le preoccupazioni dei genitori, riportate anche da noi all’interno delle sedi istituzionali, sono ampiamente fondate. Chissà se ancora la destra perugina inalbererà il motto “magna e sta zitto”. La cosa certa, per ora, è che a conclusione delle indagini ci sono tredici persone indagate a vario titolo di frode nelle pubbliche forniture e somministrazione di alimenti dannosi per la salute pubblica. A questo punto l’acquisto delle derrate da parte delle “madri ignote” e del controllo continuo e costante che precedentemente effettuavano i genitori si dimostra un sistema molto più sicuro, infatti negli anni passati mai si erano avuti problemi di questo tipo. La gestione dei servizi all’infanzia da parte di questa Giunta è a dir poco fallimentare: chiusura degli asili, licenziamento delle precarie storiche, esternalizzazione del servizio di acquisto delle derrate; tutto in ossequio alla commissione per la revisione della spesa e alle sue conclusioni dove si evince che le risorse impiegate per i servizi all’infanzia siano considerate spese superflue e sprechi. Vista la posizione di totale chiusura da parte dell’assessore al ramo crediamo che sia necessaria l’apertura di una fase nuova con interlocutori credibili e seri, interlocutori che siano in grado di confrontarsi con le associazioni dei genitori, i comitati mensa e con tutte le forze sociali e politiche della nostra città senza chiusure o politiche del muro contro muro che, finora, hanno fatto solo del male ai bambini utenti dei servizi all’infanzia. Il Sindaco stesso dovrebbe prendere coraggio ed uscire dal suo status di apatia per spiegare, all’interno delle sedi competenti, quale sia la sua posizione sui servizi all’infanzia. Finora la presunzione dell’assessore Wagué unita all’inerzia del Sindaco ha creato un combinato disposto che ha fatto precipitare la qualità dei servizi educativi della nostra città rendendo Perugia esempio negativo di gestione. Invitiamo pertanto il Sindaco a riferire nelle sedi opportune, sia in Commissione che in Consiglio, evitando la fuga e la latitanza che fin ora hanno contraddistinto la sua attività politico-istituzionale anche e soprattutto in un tema così spinoso come quello dei servizi educativi e all’infanzia”.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.