Mostro di Foligno, la Cassazione respinge il ricorso: “Chiatti sarà rinchiuso in una struttura protetta”

FOLIGNO – Luigi Chiatti non sarà rimesso in libertà. A settembre, quando avrà finito di scontare il carcere, sarà tenuto in cura per almeno tre anni. La Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Firenze che ne ha disposto il ricovero in una struttura protetta. La Suprema Corte ha respinto infatti il ricorso presentato dai legali di cosiddetto Mostro di Foligno. La decisione è arrivata nella tarda serata di ieri ma per conoscere le motivazioni occorrerà attendere almeno 30 giorni. La Cassazione pone così fine alle polemiche che si sono succedute sul “dopo pena” per il geometra di Foligno attualmente rinchiuso nel carcere di Prato per l’omicidio di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci, rispettivamente di 5 e 13 anni.
In primo grado era stato condannato a due ergastoli, pena ridotta in appello per seminfermità mentale.
Nel 2006 ha ottenuto il beneficio dell’indulto e ulteriori sconti dalla legge Gozzini cosicché a settembre uscirà dal carcere dopo 6 anni trascorsi dietro le sbarre.
Ma la scarcerazione, come previsto dalla sentenza, è stata subordinata alle verifica sulla sua pericolosità sociale. Il tribunale di sorveglianza di Firenze lo ha giudicato ancora socialmente pericoloso e ne ha disposto il ricovero di almeno 3 anni in una struttura protetta. A incidere sulla decisione la relazione degli operatori del carcere di Prato dove Chiatti è rinchiuso, secondo cui in lui “è assente qualsiasi revisione critica e consapevolezza” rispetto a quanto da lui commesso e verso cui ha “un atteggiamento distaccato”.

“Il rigetto della richiesta di liberazione anticipata- afferma l’avvocato Giovanni Picuti, legale dei familiari di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci – è solo un primo passo, per niente risolutivo, anche se sono convinto che sarà presto rigettata anche la richiesta di revoca della pericolosità sociale”.
“Dopo di che – prosegue Picuti – ci sarà da capire dove e per quanto tempo, oltre i tre anni previsti dalla sentenza di condanna, Chiatti dovrà espiare il periodo di internamento. Le famiglie delle vittime sono fiduciose – dice ancora il legale – non nutrono dubbi sulla imminente conferma della pericolosità sociale del carnefice dei loro figli. Ma il procedimento non è ancora terminato e settembre si avvicina”.

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