Perugia, doping in palestra: ai domiciliari noto culturista perugino, campione di fama internazionale

PERUGIA – Un noto culturista perugino di 35 anni, campione di fama internazionale, agli arresti
domiciliari. Obbligo di dimora per la compagna di 25 anni. Oltre a 26 perquisizioni a carico di altrettanti indagati, per lo più umbri, frequentatori di palestre di body bulding, ma anche un farmacista. E’ l’esito dell’operazione ‘Big Bull’, eseguita dal Nas e coordinata dalla procura della Repubblica di Perugia, che fa seguito all’inchiesta partita nel 2013 e che ha già portato a un arresto e 33 persone indagate nel settembre scorso. A illustrare i nuovi esiti il colonnello Giovanni Capassi, comandante del Nas per il Centro Italia, e il capitano Marco Vetrulli del Nas di Perugia.
Dall’alba 120 carabinieri hanno eseguito le perquisizioni a Perugia, Spoleto e Foligno, Milano, Torino, Falconara, Brescia e Ragusa. Per i più le accuse sono ricettazione e violazione della normativa antidoping. Mentre per i due destinatari di provvedimenti cautelari, a vario titolo, si ipotizzano i reati di esercizio abusivo della professione medica, falso e violazione della normativa antidoping, immissione in commercio di farmaci senza
autorizzazione ministeriali. Durante l’indagine, attraverso tabulati e intercettazioni, è emerso che il body builder finito ai domiciliati era considerato un ‘maestro’ chiamato dagli adepti ‘Big Bull’. Agli atleti che lo seguivano prescriveva i farmaci, settava i dosaggi, consigliava rimedi in caso di effetti collaterali. “Mi preme rimarcare il rischio per chi assume queste sostanze – ha detto in conferenza stampa il colonnello Capassi – Invito chi fa sport a rifuggire da queste sostanze molto pericolose”. Nel corso delle perquisizioni, a casa di un farmacista sono stati trovati circa 30 scatoloni di Falconara, i carabinieri del Nas hanno trovato quello che viene ritenuto un deposito abusivo di farmaci dopanti. Nei 30 scatoloni, i militari hanno infatti trovato anche alcuni prodotti ad azione stupefacente.
Quello delle farmacie era uno dei canali di approvvigionamento. L’altro era internet: da Inghilterra, India, Grecia, Moldavia comprati e smerciati senza controllo.

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