Quando l’eccellenza è d’esportazione, la storia di Mattia Battistelli: dall’Imbibe di Foligno al Mag di Milano

FOLIGNO – Eccellenze d’importazione ma anche d’esportazione. E’ il caso di Mattia Battistelli, giovane barman folignate che, da qualche mese, lavora al Mag di Milano dopo essere passato per l’Officina 34 e per l’Imbibe, uno dei bar più in voga di via Gramsci, la via della movida folignate. Mattia Battistelli studia come interior designer ma, come tutti i giovani, ad un certo punto decide di non dipendere più dai genitori e si getta in quella che diventerà la sua nuova vita. Qui entra in scena quello che sarà il primo dei suoi due ‘padri’ professionali, Pierluigi Coppola. Noto ai più per la sua decennale esperienza di attore, Pierluigi è un barman di successo e nel 2015 apre a Foligno l’Officina 34 e qui chiama Mattia.

leonardo ferretti
Leonardo Ferretti

“Pierluigi – racconta Mattia – mi ha preso sotto la sua ala e mi ha portato alla scoperta del mondo del bar. Mi ha insegnato molto, mi parlava di locali importanti, di quelli che fanno la differenza. E lì mi sono innamorato di questo mondo. Poi però la vita di Pierluigi lo ha portato a Firenze e io ho iniziato con Leonardo (Ferretti, ndr)”. “Se Pierluigi mi aveva insegnato tanto, l’esperienza con Leonardo mi ha completato, mi ha formato inserendomi in un locale dove andavano abbinate qualità e velocità”. Dal bancone di via Gramsci a quello di Milano, il passo è stato breve. “La storia di Milano nasce quando lavoravo con Pierluigi – prosegue Mattia – e Flavio Angiolillo era il mio punto di riferimento. Ad aprile trovai una gara dove lui era giudice e decisi di partecipare”. Mattia, in una competizione in cui si dovevano creare un drink sul tema delle “Emozioni delle canzoni”, si presenta con una creazione ispirata ad una ragazza incontrata in Spagna. Arriva secondo e decide di tentare il tutto per tutto e parlare con Angiolillo. L’approccio non è come si aspetta, ma venti giorni dopo il telefono squilla: al Mag Cafè c’è un posto. Mattia prende la palla al balzo e parte.

“La vita a Milano è diversa da quella in Umbria – dice – qui sei sommerso da palazzi. La grande città ti offre molto ma ti isola anche. Io sono stato accolto come uno di famiglia, in tutto e per tutto. Dal punto di vista lavorativo è come entrare in una scuola. Sono ripartito dalla sala, il modo per conoscere tutte le dinamiche del Mag, perché tutti devono sapere tutto. Io mi sono messo in gioco e sono ripartito. Sarà più divertente poi arrivare al bancone. Comunque vada, potrò dire di aver lavorato con Flavio Angiolillo, Marco Russo, Francesco Bonazzi, Nico Scarnera, Marianna Di Leo, Valentina Grilli. Lavoro in un luogo dove tutti i miei colleghi aspirano ad arrivare e ci riescono magari dopo una lunga carriera. Io ci sono arrivato dopo un anno e mezzo e per questo devo dire grazie a Pierluigi e a Leonardo. Da parte mia meglio averci provato che rimanere con questo rimpianto”. In futuro? “Un ritorno a Foligno non lo escludo, ma non so quando, come, sotto quale veste. In futuro mi piacerebbe anche insegnare ad altri ragazzi. E’ bello trasmettere le passioni. Se cresci tu e fai crescere gli altri, cresciamo tutti. Non servono i segreti”.

pierluigi coppola
Pierluigi Coppola

Se Leonardo Ferretti non è nuovo per i lettori di Umbria Domani, lo è Pierluigi Coppola, altro folignate illustre nel mondo del barman e dei drink. Per lui shaker, miscelazioni e bottiglie non sono certo un segreto. Inizia ad affacciarsi dietro ad un bancone che non ha neanche 18 anni. Poi la lunga parentesi da attore che lo vede passare dalla Leggenda del Pianista sull’Oceano alla popolare Elisa di Rivombrosa del piccolo schermo. Ma Pierluigi è sempre legato al bancone e all’Umbria. Così torna a casa e ritorna in pista. “Ho voluto Mattia all’Officina 34, una persona che potessi formare al meglio e che mi ha dato molte soddisfazioni. Ha studiato e si è applicato. E’ una persona che ha un gran cuore, con cui posso parlare e con cui posso andare in guerra. Il problema dei barman – racconta Pierluigi – spesso è l’ego. Il lavoro ti mette al centro dell’attenzione ma ti da anche tante mazzate e se non studi poi non vai avanti”. Ma il barman non è un lavoro semplice. “E’ un lavoraccio, dà e toglie molto. Un barman, per durare, deve avere molta pazienza, voglia di crescere sempre e grinta per non perdersi mai d’animo”. Pierluigi di grinta e di passione ne ha fin troppa: sta per iniziare una nuova avventura come formatore in una scuola e consulente di una società di liquori.

martina plini
Martina Plini

Al posto di Mattia, all’Imbibe di Foligno, intanto crescono nuove leve. Da qualche mese alle prese con i drink c’è Martina Plini, 21 anni e animo da combattente e da sportiva. “La mia passione era la ginnastica artistica – racconta – ma era un’attività che non mi permetteva di portare avanti davvero la mia passione. Così ho iniziato a cercare altro e ho visto l’annuncio del corso da bartender. Mi sono iscritta e si è aperto un mondo. Otto giorni dopo, a marzo, mi ha chiamato Leonardo, ed ora eccomi al bancone”. Ma la mentalità e la grinta della sportiva Martina se le porta dietro: “E’ un mestiere che ti porta continuamente a metterti in gioco, una continua sfida con noi stessi. E’ una sorta di forma d’arte quella che facciamo”. Ma la stanchezza? “Mi piace essere in contatto con il pubblico e senza i clienti non saremmo nessuno. Io, ogni volta che torno a casa mi sento arricchita dal confronto e dallo stare a contatto con le persone. Poi i complimenti ti aiutano, soprattutto se arrivano da chi non sa chi ha realizzato il suo drink”. Da una giovane poi un suggerimento ai giovani: “E’ veramente importante credere in se stessi. La vita può riservare alti e bassi ma è fondamentale andare avanti e guardare tutto in maniera positiva. Mai scoraggiarsi”. E Martina finisce con un ringraziamento a due persone: Andrea Iannucci e Leonardo Ferretti. Il primo “che mi ha insegnato le basi del mestiere, il secondo che mi ha formato con la pratica al mestiere vero e proprio”.

Leonardo, Mattia, Pierluigi e Martina. Un quartetto che dimostra come l’Umbria, piccola regione votata al turismo non certo dei giovani, stia crescendo anche in questo campo. “Siamo in decisa crescita”, conferma Pierluigi. “La costanza premia ed è un’ottima amica”, dice Leonardo. “L’Umbria è un buon concentrato di barman di qualità – racconta Martina – i buoni insegnanti fanno venir fuori buoni allievi”. “Ho troppa poca esperienza per giudicare – dice Mattia – posso dire che c’è chi mette anima e cuore per imporre una sana cultura anche nel bere, proponendo ricette storiche, materie prime ricercate, ma soprattutto dando una visione più profonda di quello che è un cocktail”. Un quartetto di grande livello dunque, destinato a fare strada.

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