Rischio sismico, dopo la Grandi rischi si mobilitano i sindaci: “Ci dicano cosa dobbiamo fare”

In questi giorni contrassegnati dalla tragedia di Farindola, i sindaci rischiano di diventare il capro espiatorio della fase post emergenza. Il primo cittadino di Farindola è già finito nel tritacarne e dall’Umbria arriva un grido d’allarme, quello dei colleghi di Foligno e Gualdo Tadino. “Ho chiesto alla Protezione civile dell’Umbria – spiega Nando Mismetti, primo cittadino folignate e presidente della Provincia di Perugia   di convocare una riunione urgente a seguito delle incredibili valutazioni espresse dalla sull’eventualità di altri terremoti di forte intensità che stanno gettando nel panico la popolazione”. “Adesso ci devono dire cosa dobbiamo fare. Troppo semplice – ha sottolineato Mismetti – gettarci nella paura per poi scaricare le responsabilità sulle nostre spalle”. E poi ha aggiunto: “Dobbiamo chiudere le scuole e tutti gli edifici pubblici per i prossimi 10 anni? Sono pronto a farlo ma sono loro della Commissione a dovercelo dire”. Mismetti, intanto, intende procedere con “delle verifiche periodiche in tutti gli edifici scolastici, anche una ogni 10 giorni, al di là o meno di eventi calamitosi”.

Si è mobilitato anche il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti. Il primo cittadino ha scritto una lettera al premier Paolo Gentiloni, al Capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, al presidente della Commissione Grandi Rischi Sergio Bertolucci e alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e al responsabile della Protezione civile dell’Umbria Alfiero Moretti. Il tutto dopo la comunicazione della Commissione Grandi Rischi sull’esposizione al rischio sismico del Centro Italia. “Chiedo ed attendo indicazioni dal sistema della Protezione civile nazionale e regionale e dalla Commissione Grandi Rischi in merito ad atti e azioni che dovrò assumere nelle prossime ore, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi”.

“In questi giorni di emergenza dove tutti i media seguono la tragedia dell’Hotel Rigopiano in Abruzzo e dove in molti, spesso, a sproposito parlano di responsabilità a vario titolo degli Enti Locali – spiega Presciutti – nessuno si occupa del problema vero rappresentato da un ormai sistematico e progressivo attacco al ruolo dei Sindaci e degli amministratori locali. Da quasi un decennio gli Enti Locali (Comuni e Province su tutti) da un lato sono oggetto di pesantissimi tagli, che ne hanno indebolito e quasi annientato le possibilità di intervento e di programmazione anche in tema di sicurezza e tutela del territorio e non solo, dall’altro si scaricano quotidianamente sui sindaci responsabilità alle quali evidentemente non si riesce a far fronte in queste condizioni. In buona sostanza i sindaci sono diventati i parafulmini di una burocrazia sempre più autorefenziale che si autodifende scaricando sistematicamente le responsabilità sui comuni. Gli oltre 8000 sindaci italiani e i 92 sindaci dell’Umbria, che nella stragrande maggioranza percepiscono tra l’altro indennità ridicole, sono in campo 24 ore al giorno con un carico di lavoro e di responsabilità fuori dal comune e troppo spesso sono lasciati soli di fronte ai problemi ed alle emergenze .E come se non bastasse vengono addirittura accostati, da populisti e casinisti, alla cosiddetta “casta” cosa non più tollerabile”.

“Risulta evidente come ormai la misura sia colma, con risorse economiche scarse e risorse umane limitate, senza capacità di spesa non credo si possano richiedere miracoli a persone di buona volontà, troppo spesso lasciate sole di fronte ad annosi e difficili questioni che si trascinano da decenni. Occorre un segnale forte e di netta inversione di tendenza. I Comuni rappresentano l’ossatura del paese ed il presidio di democrazia e di legalità più vicino ai cittadini, meritano dunque il massimo rispetto: i sindaci non possono e non devono diventare il capro espiatorio per coprire le evidenti mancanze di altri, basta con lo scaricabarile ed alla logica del cerino. L’ultima relazione della commissione grandi rischi rappresenta con tutta evidenza l’emblema di questa situazione”.

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