Perugia, Melchiorri già non vede l’ora: “Ho ancora molto da dire”

Perugia per (ri)affermarsi definitivamente. È questa la scommessa di Federico Melchiorri, che di avvertire il peso dei suoi 31 anni non ne vuole proprio sapere. L’attaccante marchigiano, reduce da una buona seconda metà di stagione a Carpi, ha dovuto dribblare numerose sfortune nell’arco della sua carriera e proprio all’ombra dell’Arco Etrusco è pronto a tornare assoluto protagonista della scena. Anche per lui, come tutti i nuovi arrivati, giro nel Museo e presentazione.

Non ha voluto omettere di fare una breve introduzione il direttore sportivo Marcello Pizzimenti, anche lui presente alla conferenza stampa: “Credo che questo sia un momento bello per tutti. Federico è un personaggio importante e gli diamo il benevenuto. Come direttore non posso che essere felice e onorato di averlo nel nostro club. Il presidente ci ha fatto un bel regalo, acquistandolo a titolo definitivo. Ringrazio anche il suo procuratore Rossetti, che ha fatto di tutto che la cosa si realizzasse”. Poi il retroscena: “È un po’ di tempo che lo tenevamo d’occhio, dal fallimento del Padova. Poi il suo agente di allora, che non era Rossetti, lo ha portato al Pescara. Se vogliamo farlo giocare con Di Carmine? Assolutamente sì. Credo che questa possa essere una delle più forti coppie della categoria”.

Il dirigente, dopo essersi sottratto alle domande inerenti il mercato, ha poi passato la parola al giocatore di Treia, che ha aperto sulle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare questa nuova avventura: “Tra le squadre di B che mi hanno cercato il Perugia è quella che ha una storia più affascinante. Mi auguro possa essere un campionato importante anche quest’anno. Un’opinione sulla stagione scorsa? L’organico era tra quelli indiziati a salire, poi alcuni alti e bassi hanno rovinato il cammino. È stato comunque un buon campionato”.

Subito si sprecano i paragoni con Cerri, colui che di fatto ne ha preso il posto a Cagliari. Analogie e differenze? “Non credo siamo molto simili come giocatori. Lui è una prima punta di peso per sfruttare il gioco aereo, io attacco la profondità e non disdegno di saltare di testa. A chi mi ispiro? Cerco di migliorare dove ho delle lacune e creare in me un giocatore ideale”.

Il Grifo è stato da subito nella testa di Melchiorri: “Abbiamo subito pensato che questa potesse essere la migliore soluzione possibile. Perugia centra in pieno le mie aspettative. Non ho visto piazze che hanno tranquillità, solidità e ambizioni come questa”.

L’ambiente del Curi non è nuovo nella mente del neo biancorosso, che nel 2015 disputò una grandissima partita con il suo Pescara: “Entrare in campo e trovare una curva piena con effetto verticale devo ammettere che ha fatto la sua parte. Sicuramente è stato lo stadio e la tifoseria che mi ha più impressionato. Questa peculiarità non è svanita negli anni a venire e non vedo l’ora di scendere in campo”.

Meglio segnare o far segnare?: “Per un attaccante il gol è importante, così come fare assist. Se i compagni vanno in gol c’è più tranquillità da parte di tutti”.

Due infortuni gravi non hanno impedito la risalita di questo giocatore: “Ci tengo a ringraziare in primo luogo il Cagliari, che ha puntato su di me nonostante tutti i problemi, ed il Carpi che mi ha permesso di tormare in forma e far vedere che non è finito quello che ho da dire”.

Il neo biancorosso è uno che di vittorie del campionato di B se ne intende? “Sarebbe troppo facile avere la ricetta. Una squadra che punta ad arrivare in fondo deve avere un ottimo gruppo, che sappia soffrire e rialzarsi nei momenti più difficili. È importante anche la qualità dei giocatori in rosa per fronteggiare dei problemi che nell’arco di una stagione possono capitare”.

Infine il numero di maglia. Perchè il 18? “Perchè era libero e mi è stato proposto. Non voglio pensare di avvicinarmi a Marco Negri, ma mi auguro di far bene”.

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