Terremoto, tutti i numeri del sisma dopo un anno dalla prima e terribile scossa

NORCIA – Giusto un anno fa, il 24 agosto 2016, il terremoto colpiva l’Italia Centrale, polverizzava Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e picchiava duro anche su Norcia e gli altri comuni della Valnerina. E quell’evento, esattamente un anno dopo, l’Umbria lo ha voluto ricordare con una cerimonia ufficiale a Foligno, presso la sede della  protezione civile.

Poi, tutte le istituzioni si sono date appuntamento a Norcia, nell’ambito di un consiglio comunale aperto che si è tenuto nel nuovo padiglione costruito su progetto dell’architetto Stefano Boeri, proprio a  ridosso dell’area delle marcite, sotto le mura urbiche.  A presiedere il consiglio comunale il sindaco Nicola Alemanno che, per sottolineare lo sforzo compiuto nell’emergenza,  ha fornito i dati relativi al comune di Norcia, sotto i diversi aspetti: assistenza alle persone, delocalizzazione, soluzioni abitative di emergenza, costi.

Anche se lo sforzo compiuto è stato notevole, molto lavoro resta ancora da fare: su una popolazione di circa 5000 abitanti ci sono ancora 344 persone nei conteiner collettivi mentre sono  373 le persone che ancora alloggiano negli alberghi; 36 sono i Mapre messi a disposizione degli agricoltori; 4028 sono le persone – pari a 1669 nuclei familiari – che hanno ottenuto o aspettano di ottenere il contributo per l’autonoma sistemazione (SAE).

Dopo il sisma del 30 ottobre, la richiesta di  SAE – ossia di casette – nel comune di Norcia è passata   da 101 a 943, di cui 648 nel capoluogo,  divenute complessivamente 504 dopo l’istruttoria (350 nel capoluogo, 154 nelle frazioni). La richiesta di SAE ordinate dopo il 24 agosto è stata evasa nei mesi scorsi, mentre delle casette richieste dopo la scossa del 30 ottobre ne sono state consegnate 37, con altre 53 che lo saranno entro l’inizio di settembre. Altre  300 – si è assicurato – saranno consegnate entro fine ottobre, almeno così si spera: nessuno vorrebbe passare un secondo Natale lontano dal proprio territorio.

Per la delocalizzazione delle attività commerciali sono pervenute   46 domande di negozi ed aziende, 24 domande di studi professionali, 8 domande di  ristoranti oltre a 23 richieste delle attività ubicate a  Castelluccio, una delle frazioni più danneggiate dal sisma. Tutte queste attività ad oggi non hanno ancora avuto una risposta concreta anche se, è stato assicurato che la cosiddetta ‘galleria commerciale’ lungo il viale della Stazione verrà attivata nei primi giorni di settembre  ed ospiterà 24 attività.  Anche il palazzetto dei professionisti (tecnici, medici, etc.) è in costruzione nella zona industriale mentre  le procedure per la realizzazione del centro commerciale sono in corso.

Quanto ai costi, al noleggio dei container e delle attrezzature il comune di Norcia ha speso ad oggi circa 3,3 milioni; altri 354 mila euro sono stati spesi per le derrate alimentari nonostante la grande solidarietà ricevuta. Nella fase di emergenza la gestione delle strutture d’accoglienza è stata pari ad 1,1 milioni; 2 milioni circa sono stati impiegati per le misure provvisionali in somma urgenza, 785mila euro per le opere di urbanizzazione ed altri 419 mila euro di oneri per il personale di emergenza. Il totale del contributo per l’autonoma sistemazione liquidato è arrivato finora a  circa 7 milioni di euro.

Dalla Regione, invece, sono stati forniti i dati legati alla ricostruzione. Al momento – e questo deve far riflettere – , per l’Umbria,  all’ ufficio speciale della ricostruzione sono pervenute solo 125 domande per la ricostruzione leggera  e 7 per la ricostruzione pesante.   Soltanto 3 sono state autorizzate  mentre una decina sono in dirittura di arrivo. Ci sono però 25 cantieri avviati, grazie all’ordinanza che permette i lavori in anticipazione, ed uno è stato già concluso “anche se va autorizzato”. C’è poco da festeggiare, quindi, sul versante della ricostruzione anche se – è stato detto – la macchina è stata rodata, l’ufficio speciale per la ricostruzione è stato costituito nella sua interezza a Foligno ed entro settembre verrà aperta anche una sede a Norcia.

Il cammino è ancora arduo e in salita: molte cose vanno migliorate affinché vengano superate tutte le pastoie burocratiche che quasi paralizzano il voler fare. D’altra parte la gente di montagna è abituata, in silenzio, a sopportare tutto, a stringere i denti, a rimboccarsi le maniche, a subire il  dolore profondo accentuato, giorno dopo giorno, dalle macerie ancora non rimosse e ricoperte, qua e là, dalla vegetazione. Voci del disagio e del dissenso si levano soprattutto sul web biasimando i ritardi, i disagi, la mancanza di certezze, le macerie non rimosse, le strade ancora chiuse, le donazioni non spese, gli scambi commerciali limitati, le aziende agricole – spesso a conduzione familiare – in difficoltà,  la mancanza di controlli  e su molto altro ancora.  Non sono mancate però anche le proteste, come quella degli  abitanti e operatori agricoli di Castelluccio o dei commercianti di Norcia rimasti inattivi per lungo tempo .

Insomma,  da quel 24 agosto 2016 il terremoto non ha finito di fare danni: non solo perché la terra ha continuato a tremare e 75 mila sono state le scosse dal 24 agosto ad oggi ma anche perché la comunità rischia di disgregarsi sempre di più se le tenaci genti dell’Appenino, in Umbria, come nelle altre regioni, non verranno aiutate a rimanere o tornare in loco prima possibile garantendo rapide vie di comunicazioni, servizi socio-sanitari e soprattutto politiche per il lavoro che, in molti casi, con il terremoto è andato perduto o si è drasticamente ridotto.

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