IL CENTRODESTRA VINCE ANCHE LE SUPPLETIVE

di Pierluigi Castellani

Come era nelle previsioni il centrodestra conquista il seggio senatoriale dell’Umbria sud lasciato libero dalla Tesei. Valeria Alessandrini della Lega con il 53,7% prevale sulla candidata del centrosinistra Maria Elisabetta Mascio, ferma al 38%, mentre il candidato dei 5Stelle Roberto Alcidi romane al 7,5%. Questo risultato, pur essendo nelle previsioni di tutti, spinge però a qualche considerazione, che investe soprattutto lo stato del centrosinistra, ed in particolare del PD, che non sembra ancora essersi riavuto dopo la perdita della guida della regione. Anche se la giunta Tesei non ha dato finora segnali di cambiamento come promesso, è però impossibile non notare come il PD umbro non abbia riflettuto affatto su quanto è accaduto, né sta dando segni di aver capito la lezione degli elettori sperando di poter venire fuori dalla crisi sventolando, almeno così sembra, un generico rinnovamento generazionale. Ma la semplice rottamazione del passato, e risultati di rottamazioni li abbiamo già conosciuti, non è per niente sufficiente a rigenerare un partito, che stenta a trovare l’unità e la solidarietà interna mettendo a rischio il suo pluralismo assolutamente necessario perché si possa parlare ancora di PD. Occorre innanzi tutto che il centrosinistra, nel suo complesso, faccia una riflessione seria sul come fare opposizione in regione per preparare una piattaforma politica credibilmente alternativa a quella del centrodestra, anche se fino ad ora la Giunta Tesei si è limitata a galleggiare in una sorta di continuismo amministrativo cambiando soltanto qualche posizione apicale nella dirigenza regionale in modo niente affatto significativo. Certamente ora è il momento dell’unità nei confronti dell’emergenza corona-virus, che sta interessando anche la nostra regione, ma il centrosinistra deve almeno far sentire la propria voce su alcuni nodi cruciali, che riguardano l’Umbria. Il PD dovrebbe, ad esempio, far conoscere quale sia la sua idea per superare l’emergenza delle zone interessate al sisma del 2016.A Norcia e dintorni ci sono ancora le macerie e la ricostruzione sia privata che pubblica ristagna. C’è il problema della crisi economica, che rischia di aggravarsi con l’epidemia virale, e che vede le nostre piccole e medie imprese in affanno. Si avverte un pericoloso isolazionismo della nostra regione rispetto all’Italia centrale. Non si parla più di regione aperta e dell’Italia mediana come se i nostri problemi infrastrutturali fossero risolvibili con modalità autarchiche. Non si parla più in modo aperto e con lungimirante visione dei problemi dell’educazione, dell’istruzione , della formazione ed anche dell’istruzione superiore pur vantando l’Umbria alcuni centri universitari di eccellenza. E deve anche far sentire la propria voce per difendere il sistema di sanità pubblica, che anche in questa occasione dell’emergenza si sta dimostrando all’altezza delle esigenze dei cittadini. Si è parlato in questi ultimi tempi della necessaria apertura alla società ed al civismo. Eppure si è arrivati alla candidatura per le suppletive del collegio senatoriale dell’Umbria sud con una candidata, pur generosa, non sostenuta da tutto il centrosinistra e, guarda caso, questo avviene quando a Roma, al Nazzareno, si parla molto di apertura alla società ma si approva un nuovo regolamento congressuale, che esclude le primarie aperte per la elezione del segretario regionale come invece era stato fino ad ora. Allora come si può aprire alla società se poi il partito si rinserra dentro il recinto chiuso dei tesserati e non riesce ad instaurare un vero dialogo con chi sta fuori dei partiti ma è comunque interessato al destino delle regione ? Di queste e di altre cose i democratici umbri devono parlare, con un confronto aperto a tutte le componenti, se il PD non vuole abbandonare la propria ambizione di governo delle istituzioni per non lasciarle alla deriva populista e sovranista. Ancora il sovranismo di Salvini , come ha registrato anche il risultato elettorale della scorsa domenica, riscuote il consenso degli elettori umbri, e non lo si può certamente contrastare con una forza politica, che ancora non riflette al proprio interno con serietà e con solidarietà su quanto sta accadendo nella società umbra.