Bombe d’acqua, paura a Pietralunga e Scheggia: allagamenti, strade chiuse e paesi isolati

In poche ore è successo di tutto: strade allagate e interrotte, colate di fango e famiglie costrette a lasciare le proprie abitazioni. Il comune più colpito  dalla bomba d’acqua di ieri è Pietralunga, subito dopo Scheggia, territori non lontani dall’entroterra marchigiano dove è caduta una quantità di pioggia che di solito scende in sei mesi. Chiuse al traffico, anche se provvisoriamente, le strade statali 3 “Flaminia” e 452 “Della Contessa” al confine tra Marche e Umbria. Una frana ha provocato l’interruzione della Flaminia a Scheggia, la statale 452 è stata chiusa da Gubbio a Ponte Riccioli per allagamenti. Rallentamenti sempre per allagamenti o detriti sulla carreggiata ci sono stati sulla E45 tra Umbertide e Città di Castello e sulla statale 219 “di Gubbio e Pian D’Assino”. L’acqua ha invaso le vie di Pietralunga dove nella notte diverse famiglie sono state evacuate ed hanno passato la notte nella palestra della scuola.  La situazione più ad alto rischio, e con maggiori timori, è stata quella dei residenti che vivono vicino al fiume Carpinella che è straripato. Alcuni negozi di Pietralunga sono stati allagati con danni rilevanti per l’attività commerciale, diversi alberi sono caduti e molte strade provinciali sono difficilmente percorribili. A Scheggia due persone sono rimaste sbarrate in un garage e portate in salvo dai soccorsi con numerose squadre dei vigili del fuoco impegnate tutta la notte. Tanti automobilisti sono rimasti bloccati nelle loro auto e alcuni paesi dei due comuni umbri sono rimasti isolati per le frane e gli smottamenti. Il Sindaco di Pietralunga  Mirko Ceci, così come quello di Scheggia Fabio Vergari, hanno coordinato insieme alla Protezione civile tutti gli interventi fino all’alba di questa mattina. A soccorrere le persone ci hanno pensato i vigili del fuoco e i carabinieri, con l’acqua che ha provocato paura e blackout. Non sono mancati timori per alcune persone che non rispondevano al telefono e che sono state rintracciate dopo un pò di tempo. Si è trattato di una bomba d’acqua insolita. Di fatto, si è generato un temporale sull’Appennino, che le correnti hanno portato sopra l’Adriatico, dove ci sono temperature di 5 gradi sopra la media, dove ha incontrato venti da Sud che l’hanno bloccato. Così al posto di dissolversi è rimasto fermo per 2-3 ore e i venti caldi e umidi del mare l’hanno rinvigorito creando un temporale autorigenerante.