Commercio in provincia di Perugia, Grancasa, Douglas e Pittarosso: tre crisi aziendali

Grancasa, Douglas e Pittarosso: tre crisi aziendali che mettono a rischio numerosi posti di lavoro nel settore commercio della provincia di Perugia e sulle quali è calato però un inspiegabile silenzio. Un silenzio che le organizzazioni sindacali di settore, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil vogliono rompere chiedendo con forza l’attivazione dell’annunciata (ma mai realizzata) task force regionale sulle crisi aziendali, il cui obiettivo deve essere quello di scongiurare licenziamenti e ulteriori perdite di posti di lavoro.
Parliamo di tre vertenze che interessano complessivamente 5 negozi e circa 40 lavoratrici e lavoratori – spiegano i tre sindacati – Grancasa di Corciano, dove i 28 addetti, durante le vacanze natalizie hanno avuto come ‘regalo’ la comunicazione della chiusura del negozio con conseguente cassa integrazione. La profumeria Douglas che prevede di chiudere 128 punti vendita su 502 in Italia, di cui due in provincia di Perugia, con le stesse commesse che nei mesi scorsi sono state paradossalmente costrette a incentivare gli acquisti on-line, per assecondare una politica aziendale che ora vede loro stesse come vittime. Infine – continuano le tre sigle – è notizia di un mese fa, la prossima chiusura di tutti e due i punti vendita di Pittarosso presenti nella provincia di Perugia, fatto che, in assenza di una attivazione della cassa integrazione straordinaria, comporterà la perdita di lavoro e di reddito per un numero importante di lavoratori, che vedono a rischio anche alcune spettanze arretrate”.
A fronte di questa situazione i sindacati hanno chiesto un intervento della Regione per gestire le gravi crisi occupazionali e trovare soluzioni che portino al ricollocamento dei lavoratori in esubero.
“Il timore – spiegano ancora Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – è che le crisi aziendali che stiamo seguendo siano solo la punta di un iceberg. Il blocco dei licenziamenti, fino al termine dell’emergenza pandemica e della crisi economica, al momento è l’unica soluzione per tamponare l’emorragia occupazionale. Dopo occorrerà che le istituzioni da una parte mettano in piedi politiche volte alla piena occupazione e dall’altra governino i processi di digitalizzazione e sviluppo dell’e-commerce che può causare perdita di lavoro e spostamento di mano d’opera”.