IL RISCHIO SUBDOLO CHE SEGUE ALLE ATROCITÀ’ DELL’ISIS: OGNUNO DI NOI POTREBBE SENTIRSI MENO APERTO E TOLLERANTE

Qualche riflessione nel momento in cui il nostro Governo (in particolare i ministri Alfano e PInotti) ci ricordano che anche l’Italia è a rischio di attacchi terroristici : le stragi proclamate dai macabri sognatori dell’Isis fomentano, nell’animo di ognuno di noi, non solo la repulsa per aberranti strategie,
ma anche l’istinto al sospetto nei confronti di chiunque professi, più o meno pubblicamente, la fede islamica. Perfino persone con le quali scambiamo cordialità quotidiane entrano, anche non volendo, nel giro delle diffidenze. I truci episodi che si susseguono nel mondo occidentale e non solo ci inducono a guardarci attorno con tranquillità assai inferiore a quella di qualche tempo fa. E’ proprio con questo stato d’animo che al male testimoniato da decine di fanatici malfattori si aggiunge, anche in Italia naturalmente, una dinamica psicologica che ci rende più guardinghi, dunque meno aperti nei confronti di chi frequenta moschee o di chi, all’aperto, si dichiara mussulmano. Ed è proprio questa l’ulteriore, micidiale, botta che il dilagare della mentalità-Isis infligge perfino alla mente di chi ha seria voglia di pacifica integrazione. Certe ferite sociali sono addirittura più gravi dello scoppio di una bomba o della sventagliata di un kalashnikov. Sono più gravi- è chiaro- perché lacerano perfino i cuori più aperti e infrangono l’umana solidarietà Ci rendono tutti meno nobili. Picconano la cultura dell’accoglienza.
E’ importante, dunque, l’impegno corale per arginare l’ondata di diffidenza che ci si rovescia addosso quando assistiamo sgomenti al succedersi di eventi che appartengono ad un’umanità…..disumana. Quegli eventi superano, nella ferocia, perfino la più cupa delle fantasie. E ci logorano dentro. Ma al di là dell’istinto deve collocarsi la nostra cultura, bisognerebbe dire la nostra civiltà. E’ fondamentale aggrapparsi alla parte migliore di noi.

RINGHIO

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