Umbria, il nuovo anno parte con meno assunzioni e con tanto lavoro precario

Le previsioni confermano le difficoltà dell’Umbria: per gennaio 2024 le imprese della regione hanno programmato 6.070 assunzioni, meno delle 6.260 del 2013, in controtendenza rispetto al dato nazionale che registra invece un incremento. Non basta: solo nel 29% dei casi le assunzioni previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Non solo, quindi, un calo di assunzioni ma ben il 71% di quelle previste saranno a termine: a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita. Due dati che rendono l’esistenza del lavoratore precaria e incerta. Le assunzioni si concentreranno  per il 59% nel settore dei servizi e per il 61% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Solo il 19% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazione che è del 26%. Un leggerissimo segnale di speranza arriva dalle previsioni del trimestre gennaio-marzo 2024 quando si prevedono 850 assunzioni in più rispetto allo stesso trimestre del 2013. Sono le previsioni che arrivano dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere che fornisce i dati sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese. Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, si considera comunque soddisfatto sottolineando che nella nostra regione ” si assiste a una crescita della percentuale di avviamenti al lavoro per i laureati, pur restando ancora sotto la media nazionale”. Una conclusione difficile da capire  anche se l’ottimismo riduce lo stress e aiuta a resistere più a lungo. A preoccupare di più il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria sono le difficoltà a trovare i profili desiderati dalle imprese. ” Si è cronicizzato il problema delle assunzioni – denuncia Mencaroni –  considerate di difficile reperimento, dove l’Umbria continua a far registrare una percentuale superiore alla media nazionale”.