Ast, a Terni sindacati e azienda restano distanti, a Roma le richieste di Morselli al ministro

TERNI – Si è conclusa con un nulla di fatto la prima giornata di confronto tra azienda e sindacati sulla vertenza Ast. Le posizioni delle parti restano distanti rimangono infatti “aperte – si legge nella nota congiunta delle sigle sindacali – evidenziate rispetto al piano”. La Thyssen, attraverso l’amministratore delegato Lucia Morselli, è ripartita dal piano presentato il 17 luglio, così come aveva già fatto a Roma con i rappresentanti del Governo. “Ad oggi, rispetto agli obiettivi condivisi a Roma il 5 settembre – dicono i sindacati – rimangono punti di vista diversi e distanze sostanziali rispetto alle soluzioni da mettere in campo”. Sul tavolo tecnico, aperto oggi in Prefettura davanti al prefetto Gianfelice Bellisini sono stati messi volumi produttivi, strategie commerciali, energia, investimenti. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto approfondimenti relativamente ad alcune voci di bilancio già illustrate nei giorni scorsi al Mise dell’azienda. Domani mattina riprenderà il confronto a livello locale mentre il tavolo nazionale con i rappresentanti del Governo e le istituzioni locali è fissato per il 19 settembre. Il giorno prima, il 18,  la Regione dovrebbe incontrare i parlamentari europei e nazionali per definire una linea comune in vista del tavolo anche in considerazione della posizione sulla vicenda della Commissione europea.

Intanto ieri a Roma si è tenuto un incontro informale tra il ministero dello Sviluppo economico, Federica Guidi e l’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli (http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/ast-oggi-roma-incontro-informale-guidi-morselli-15080/). Entrambe partivano da posizioni molto distanti ma alla fine sono riuscite a impostare un confronto sgombro da posizioni preconcette. Tra le questioni principali poste sul piatto dalla Morselli ci sono il costo dell’energia, l’impatto sociale e occupazione del piano Thyssen, i risparmi e il rilancio del polo siderurgico ternano.

Come già nella vertenza del 2004, la multinazionale è tornata a sollecitare con forza la questione energetica. Un problema importante per una delle aziende che è considerata tra le più energivore d’Italia, che già dieci anni fa finì all’interno delle vertenza del Magnetico. Sulla questione il Governo potrebbe intervenire considerando, come ha detto qualche giorno fa anche il viceministro De Vincenti, “ci sono delle partite su cui il Governo è impegnato, per esempio come ridurre il prezzo dell’energia, usando strumenti che già ci sono nella normativa italiana. Questi strumenti possono essere utilizzati meglio di come finora è stato fatto, in modo che l’azienda possa avere un prezzo dell’energia più basso, come per altro hanno altri concorrenti anche in Italia”.

Legata a doppio filo all’energia, c’è la questione dei risparmi che la Thyssen vuole conseguire in un paio di anni non per “deprezzare” l’Ast e “svenderla”, ma per rilanciare l’azienda sul mercato. La multinazionale tedesca punterebbe a farla diventare il primo polo siderurgico a livello europeo. Il punto di maggiore criticità resta legato al taglio dell’occupazione. La sensazione è che comunque una riduzione ci sarà anche se non nelle dimensioni annunciate nel piano del 17 luglio. Il Governo starebbe studiando la formula per ridurre al minimo l’impatto sociale e occupazionale ricorrendo a tutti gli strumenti (ammortizzatori sociali e quant’altro) che la legge mette a disposizione.

 

 

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