Giornale dell’Umbria, guerra aperta tra vecchia e nuova proprietà

PERUGIA – E’ guerra aperta intorno al Giornale dell’Umbria, tra vecchia e nuova proprietà. Dopo le affermazioni dei nuovi sul “buco” lasciato dai precedenti in merito al Tfr, ecco la diffida affidata dall’avvocato Luciano Ghirga a nome di Francesca Colaiacovo, di Ernesto Cesaretti, di Giampiero Bianconi e di Giambaldo Traversini.

Ghirga diffida a rettificare e smentire le affermazioni di Incarnato e Camilloni, rispettivamente editore e direttore del Giornale dell’Umbria, riportate dal verbale dell’assemblea che ha deciso la liquidazione del quotidiano, dove si faceva riferimento ad un “buco” di 536.573 euro, “in relazione all’assenza di fondo di fine trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato”. Ghirga ricorda che “non esiste il paventato buco di bilancio, come si arguisce in modo lapalissiano dalla lettura di tutti gli atti afferenti la cessione di quote della società Gruppo Editoriale Umbria 1819 Srl alla Gifer Editori Srl”. Affermare l’esistenza di tale ammanco è un atto dunque “palesemente contrario al vero e gravemente lesivo della reputazione dei miei assistiti; in difetto di immediata rettifica e smentita dovrò tutelare i miei clienti sia in sede civile che penale senza ulteriore avviso”.

Una situazione pesante dunque, che rischia di ripercuotersi sui lavoratori. I dipendenti il 25 gennaio hanno ricevuto la lettera di licenziamento con l’ennesima offerta a farsi carico della testata. “Abbiamo dato la disponibilità a fittare la testa del quotidiano “Il Giornale dell’Umbria” a favore di ex dipendenti – scrive il liquidatore Luigi Camilloni –  in qualunque forma costituiti e anche se in numero parziale minimo di 5 ex dipendenti della scrivente società, al canone mensile di euro 10.000 prevedendo un periodo di gratuità di 6 mesi. Sono incluse le disponibilità delle attrezzature hardware e software aziendali che verranno conferite in comodato d’uso gratuito se la proposta dovesse risultare d’interesse”. Un progetto quasi irrealizzabile che, per molti ex dipendenti è risultato quasi una presa in giro. Il Cdr, a riguardo, parla di un tentativo di far ricadere colpe per la mancata prosecuzione dell’attività editoriale e costi sul personale giornalistico e poligrafico di Geu1819 per continuare un’avventura illusoria”.

Proprio il Cdr richiama l’attenzione sulla guerra in atto tra le due proprietà ed esprime la propria “preoccupazione” per quello che sta accadendo. Sentimento alleviato solo in parte dal pagamento della mensilità di dicembre da parte del liquidatore solo per i giornalisti e non per i collaboratori. “Si tratta di colleghi che hanno lavorato fino all’ultimo giorno di uscita del quotidiano e che, in maniera del tutto arbitraria, vengono praticamente ignorati dal liquidatore”.

Sulla guerra tra proprietà la richiesta è di “chiarezza”, ricordando “sia alla vecchia sia alla nuova proprietà, che il Trattamento di fine rapporto è un diritto inalienabile dei lavoratori e deve essere corrisposto nei tempi previsti dalla legge”. Il Cdr, infine, confida che il 12 febbraio, durante il Tavolo di crisi regionale, possano finalmente arrivare risposte adeguate in merito al versamento del Tfr, al pagamento del mancato preavviso per i licenziamenti di gennaio (compresa la mensilità di gennaio) e di tutte le spettanze che devono essere ancora corrisposte al personale del Gdu, siano essi giornalisti, poligrafici che collaboratori (ai quali non risulta ancora versato l’ultimo pagamento per le collaborazioni).

Non si escludono manifestazioni del personale del quotidiano davanti alle sedi istituzionali umbre e sotto le sedi eugubine della vecchia proprietà.

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