Terni, il boss della camorra fa scena muta. In città pedinato anche dal barbiere

TERNI – Pasquale Sibillo aveva parenti a Terni: una zia e una cugina che svolgono attività imprenditoriale in città. Per questo il boss della camorra era arrivato qui seppur da pochi giorni. A rivelarlo il suo legale, l’avvocato Riccardo Ferone, questa mattina all’uscita dal carcere di Sabbione. Davanti al gip di Terni, Natalia Giubilei, si è svolto infatti l’interrogatorio di garanzia per rogatoria. Pasquale Sibillo, arrestato mercoledì sera dopo 4 mesi di latitanza, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Con tutta probabilità resterà nel carcere di Sabbione. Rispetto alle accuse (nell’ordinanza di custodia cautelare del boss 24enne si parla di omicidio, tentativo di omicidio, associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsioni), l’avvocato Ferone ha detto che resta il tentativo di omicidio e che con tutta probabilità sceglierà il rito abbreviato. L’accusa di omicidio, invece, è stata esclusa dal tribunale Riesame. Intanto emergono nuovi dettagli sulla sua cattura. Secondo il racconto dell’avvocato, Sibillo è stato pedinato anche dal barbiere. E’ stato fotografato, poi è stato fermato per un controllo ed è stato invitato a mostrare il petto dove è spuntato il tatuaggio che ha consentito agli uomini della squadra mobile (l’arresto è avvenuto nell’ambito di un’operazione congiunta tra squadra mobile di Terni, di Napoli e Servizio Centrale Operativ) la sua identificazione con certezza.

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