Terni, giovane rischia di perdere la mano dopo esplosione di una bombola di ossigeno: salvato al Santa Maria

Un complesso intervento di microchirurgia  eseguito all’ospedale di Terni ha consentito di salvare quattro dita di una mano a un trentaduenne che aveva subito un gravissimo trauma sul lavoro in seguito all’esplosione di una bombola di ossigeno.  L’operaio era stato trasferito d’urgenza al Pronto soccorso in condizioni considerate molto gravi e con “elevato” rischio di amputazione dell’arto. Trattandosi di un giovane paziente, ha spiegato il dottor Giuseppe Mosillo, dirigente medico del reparto di chirurgia del Santa Maria, l’obiettivo era quello di cercare di limitare al massimo il danno, tentando di ripristinare la funzione di presa della mano offesa che, peraltro, nel caso del 32enne, era anche quella dominante. I medici della chirurgia ternana sono riusciti a rivascolarizzare il pollice e a ricostruire le ultime tre dita. L’intervento è durato oltre sei ore, delle quali circa la metà passate al microscopio operatorio. L’intervento chirurgico è stato eseguito dall’equipe di chirurgia della mano, composto dai dottori Giuseppe Mosillo e Francesco Crisci, dall’anestesista Carla Giamminonni e dagli infermieri Luca Vescovi e Tommaso Petacchiola. Dopo l’intervento il paziente è rimasto sott’osservazione per circa una settimana, prima di essere dimesso in buone condizioni generali. “Il paziente – ha confessato Mosillo – è stato fin da subito estremamente collaborativo dimostrando una grande forza d’animo. Non si è mai abbattuto e attualmente si sta impegnando nella fase riabilitativa per recupere il prima possibile”.  Terni, da anni, rappresenta una vera e propria eccellenza nella chirurgia della mano ed è centro di riferimento regionale. Una struttura specializzata nel trattamento della patologia complessa della mano e del polso, tanto elettiva che traumatica, con un servizio di reperibilità 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno.