Centrodestra umbro, le grandi manovre in vista delle prossime elezioni: rebus candidature tra sorprese e colpi di scena

Al momento le cose stanno così: Andrea Romizi, a fine corso dopo 10 anni, si è tirato fuori dalla contesa per la Regione; Marco Squarta punta alle prossime europee a patto di avere il sostegno unitario del partito e la garanzia di essere sostenuto da Giorgia Meloni; Donatella Tesei, sostenuta da Matteo Salvini, è certa di essere di nuovo la candidata governatrice alla Regione. Nel centrodestra umbro il risiko per le prossime elezioni del 2024 (Europee, Comunali e Regionali) parte proprio da questi tre nomi. Nel rompicapo delle candidature del prossimo anno molto dipenderà dal destino di Romizi, Tesei e Squarta. Un nodo politico delicato perché vede protagonisti l’attuale sindaco di Perugia, la governatrice dell’Umbria e il presidente del Consiglio regionale. Insomma, i vertici di palazzo dei Priori, palazzo Donini e palazzo Cesaroni. Ci sono colloqui riservati, anche recenti, che potrebbero però ribaltare le previsioni di questi mesi. Colloqui che non sono infondati perché lo schema non offre garanzie di successo. Dopo il disastro di Terni c’è un richiamo di molti al principio di realtà, che corrisponde a dossier dai nomi diversi. Uno dei maggiorenti del centrodestra umbro scuote la testa: “Siamo una coalizione che corre sul ciglio del burrone, tra una giunta regionale deludente e la necessità di cambiare schema e protagonisti”. Il primo nodo politico da risolvere è quello del prossimo candidato a sindaco di Perugia. Ad oggi i nomi sono due, entrambi di Fratelli d’Italia: Margherita Scoccia, 44 anni, architetto, attuale assessore comunale all’urbanistica, e Marco Squarta presidente del Consiglio regionale dell’Umbria. Squarta però ne farebbe volentieri a meno, preferendo un profilo più tranquillo e meno esposto. La Scoccia, invece, sarebbe pronta a fare la punta di diamante del centrodestra. Su di lei restano comunque alcune perplessità da parte della coalizione. Ecco quindi che il rompicapo potrebbe risolversi con una sorpresa pensata e calata nel capoluogo umbro direttamente dalla premier Meloni: Alessandro Campi, politologo di livello, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia, ispiratore della svolta “futurista” di Gianfranco Fini, da più di 40 anni perugino. Un nome sicuramente di prestigio che potrebbe sparigliare le carte. Certo, una figura ingombrante per molti degli attuali esponenti del centrodestra. Tredici anni fa, un bravo giornalista umbro chiese al professor Campi se fosse stato disponibile a fare il candidato sindaco di Perugia. ” Me lo chiedono in tanti – rispose Campi – e questo mi fa piacere, ma non è una cosa che rientra nelle mie ambizioni. E poi, ogni volta che il mio nome è stato tirato in ballo c’è stato un irrigidimento di chi fa politica con la Destra in questa regione, un atteggiamento di diffidenza che basta e avanza per restare sulle mie decisioni”. Da quella intervista sono trascorsi tredici anni e molta acqua è passata  sotto i ponti. Per Andrea Romizi, invece, la strada si fa sempre più stretta: palazzo Donini si allontana; la tenuta di Forza Italia nelle urne si indebolisce; gli equilibri interni al partito sono cambiati e si ritrova sempre più ai margini. Il ternano Raffaele Nevi è diventato il portavoce nazionale del partito mentre il vicepresidente della giunta regionale Roberto Morroni si allarga sul territorio. Resta la Tesei. Per ora è lei la candidata governatrice per le prossime elezioni regionali (Ottobre-novembre 2024) ma in questo caso vale il motto di Giovanni Trapattoni: “Non dire gatto finché non è nel sacco”. Il futuro del centrodestra umbro si prospetta ricco di novità. “Ne vedremo delle belle”, scommette uno storico esponente del centrodestra umbro.