Informazione e Comunicazione: le campagne elettorali dell’era moderna sono inquinate da chi, in ogni modo, diffonde notizie e commenti? Il clamoroso caso di Donald Trump.

L’informazione incide sugli esiti delle campagne elettorali? Qualcuno sostiene che è determinante perché ‘’la gente che legge e ascolta è facilmente influenzabile da notizie e commenti’’.

Ma altri replicano sfoderando quel che è avvenuto negli Stati Uniti d’America. Dicono: ‘’Quasi il 100% dei giornali e delle Emittenti radio-televisive ha condotto una dura campagna contro Donald Trump, eppure il miliardario ha spinto, da solo, la sua corsa verso la Casa Bianca’’.

Si disse, qualche anno fa, che la forza d’urto elettorale di Silvio Berlusconi fossero le sue televisioni. Vero o solo presuntamente fondato?

L’interrogativo ha resistito anche perché non pochi esempi dimostrerebbero che si vince o si perde al di là dell’appoggio o del dissenso degli organi di informazione: nel 2008 quelle contestate televisioni berlusconiane avevano perso appeal nei confronti di un popolo ormai smaliziato, mentre, invece, la Carta stampata (quasi in massa) e la potente Rai picchiarono duro sulle spalle del ‘Cavaliere’’; eppure il censuratissimo Silvio fu riportato dagli italiani a riprendersi il Governo.

Si potrebbero citare tanti altri casi di persone che- al pari del clamoroso e incredibile Trump- infrangono le ondate della prevalente informazione. Questo vuol dire che i cittadini, in ogni latitudine, preferiscono scegliere con le loro teste e non con quelle dei mediatori più o meno genuini? O vuol dire, invece, che in certe contese politiche la spunta chi , con migliaia di comizi, riesce a toccare la sensibilità o la pancia delle persone?

Chi ha la risposta giusta la tiri fuori. La seconda ipotesi- quella dei martellanti comizi che raggiungono l’elettorato più di giornali e Tv- può piacere molto a Matteo Renzi che, pur non circondato oggi dagli ‘osanna’’ che l’informazione gli aveva garantito fino a qualche mese, continua a battere l Penisola, metro dopo metro. Se il 4 dicembre conquisterà il successo che desidera non sarà certo merito dell’appoggio dei giornali che, invece, garantiscono molto spazio ai sondaggi che annunciano un Renzi in affannosa rincorsa.

Insomma, ala luce di ciò che sta accadendo in parecchie parti del mondo (anche in Francia, in Ungheria, in Austria, in Germania e altrove…) il mondo dell’informazione non è più lo spirito-guida di chi va a votare. Lo è stato in passato? Ed eventualmente in che misura?

Semmai (ma questo è un altro discorso, da approfondire, se vuole in un altro momento) possono pesare i ‘Social network’ : che, selvaggi come la jungla, sono ‘’Comunicazione’’ , non più ‘’Informazione’’ disciplinata da qualche regola, anche di tipo deontologico. Nei ‘’Social’’ transita di tutto e, naturalmente, il contrario di tutto. Alcune verità controllabili e pure valanghe di menzogne prive di riscontro. La spunta chi li sa sfruttare senza ritegno?

Non è il miglior mondo che tutti auspichiamo, ma per ora questo è. Almeno fino a quando la sacrosanta libertà delle opinioni non verrà trasversalmente disciplinata da regole che vietino e puniscano chi preferisce razzolare nel torbido.

RINGHIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.