Delitto Presta, i giudici del Riesame: niente domiciliari per Francesco Rosi, resta in carcere

PERUGIA – Niente domicilari, resta in carcere Francesco Rosi, arrestato per aver ucciso la moglie Raffaella Presta con due colpi di fucile. Rosi aveva chiesto la scarcerazione e i domiciliari con il braccialetto elettronico. I giudici Giuseppe Narducci, Luca Semeraro e Marco Verola però hanno rigettato la richiesta con un’ordinanza di cui depositeranno le motivazioni nei prossimi giorni.

L’avvocato Luca Maori, che assiste Francesco Rosi, aveva sostenuto dinanzi ai giudici del riesame che non sussistevano gli estremi per il pericolo di reiterazione del reato. Perché, secondo la difesa, l’obiettivo dell’ira di Rosi era solamente Raffaella Presta. L’avvocato difensore aveva puntato sul delitto d’impeto nel  ricorso al tribunale del riesame. L’udienza è durata oltre due ore e mezza davanti ai giudici.

L’avvocato Maori aveva parlato sessanta minuti per spiegare i motivi a sostegno della richiesta di domiciliari con il braccialetto elettronico.

Secondo la difesa infatti non sarebbe vero, come sostiene il gip, che Rosi potrebbe rivolgere la sua violenza nei confronti di terzi, e in particolare contro l’uomo di cui sarebbe stata innamorata la moglie. La difesa punta a far cadere le aggravanti contestate. A cominciare dalla premeditazione.

Per questo tra le indagini difensive prodotte ha depositato il video nel quale si vedrebbe la traccia nella polvere lasciata dal fucile preso da sotto il letto al momento del delitto, perché lì custodito da anni per timore dei ladri.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.