Foligno, chiesa di Fuksas, le super caldaie funzionano. I parroci: “Speriamo che i fedeli tornino a messa”

FOLIGNO – La chiesa-cubo di Fuksas a Foligno non è più al gelo. Le super caldaie fatte installare dalla Diocesi funzionano: la temperatura è passata da 6-10 gradi a 19 e quei settecento metri quadrati di cemento armato per 26 metri di altezza sono finalmente vivibili anche d’inverno, con grande soddisfazione dei parroci, don Antonio Ronchetti e don Giovanni Zampa, che poco dopo Natale avevano deciso di spostare la messa nel salone parrocchiale per venire incontro alle proteste dei fedeli, stanchi di sentire freddo.
Un’azione clamorosa, finita anche sui media nazionali dopo la denuncia di Umbria Domani, soprattutto per il fatto che a disegnare la chiesa in questione è stato l’architetto di fama internazionale Massimiliano Fuksas e che, secondo i parroci, il problema del freddo sarebbe stato legato a problemi strutturali, difficili da superare per vincoli estetici posti dall’autore del progetto.
Da qui un marea di polemiche e diverse prese di posizione, tra cui quella dell’amministratore delegato del gruppo Ai Engineering che ha progettato l’impianto di riscaldamento della struttura, che sostanzialmente accusava i parroci di non voler spendere i soldi per scaldare la chiesa, destando una certa indignazione nella comunità parrocchiale.
Da lì a poco, l’intervento della Diocesi di Foligno che ha aperto un tavolo tecnico per trovare una soluzione, interessando anche la Conferenza episcopale italiana che ha voluto e finanziato l’opera, costata oltre tre milioni di euro, quale simbolo di rinascita dopo il terremoto del ’97. Da qui una serie di sopralluoghi e verifiche sugli impianti di riscaldamento installati nella struttura e la decisione di sostituire le caldaie presenti, ritenute inadeguate, con due nuove super-caldaie con spese a carico della Diocesi e in parte della parrocchia. Così, un paio di settimane fa, le due caldaie sono state sostituite e nella chiesa di Fuksas è improvvisamente arrivata la primavera. “FinaFullSizeRender (41)lmente – commenta don Giovanni Zampa (nella foto in basso) – in chiesa si sta bene. Le due nuove caldaie sono entrate a pieno regime da una settimana e sembrano funzionare, visto che la temperatura arriva a 18-19 gradi (nella foto  il termometro nascosto dietro l’altare): un altro mondo rispetto ai 6 o massimo 10 gradi cui eravamo abituati! Ringraziamo la Diocesi e il vescovo Gualtiero Sigismondi per averci aiutato a trovare una soluzione, sperando di riuscire a sistemare tutti i problemi che ancora ci sono”.
Ora è infatti necessario cambiare gli infissi, o meglio le grandi porte di vetro che consentono l’ingresso e l’uscita dalla chiesa, per fare in modo che il calore non fuoriesca facilmente. Secondo i parroci e i tecnici che hanno studiato il problema, andrebbero realizzate le cosiddette bussole, doppie porte come nelle chiese tradizionali, ovviamente sempre con materiali adeguati alla modernità e all’estetica della struttura. Per farlo, trattandosi di modifiche importanti, occorre però il nulla osta dell’architetto Fuksas con cui la Cei starebbe già trattando. “Ora non siamo più soli – dice don Giovanni –Don-Giovanni-Zampa il problema è stato finalmente condiviso e sono certo che riusciremo a sistemare tutto, anche la questione del grande caldo durante l’estate. Ora io e don Antonio, visto che il fatto del freddo sembra essere risolto, speriamo soltanto che i fedeli tornino a messa”.

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