Telfer, il Centro Studi Malfatti alla carica: “L’ultima chance è la Regione”

TERNI – L’ultima chance è in mano alla Regione. Solo una manifestazione di interesse da parte dell’ente potrebbe bloccare i lavori di demolizione della passerella Telfer avviati in questi giorni.

“Il testo unico – spiega Danilo Stentella, direttore del Centro Studi Malfatti – prevede che se l’ente territoriale (la Regione, giunta o un consigliere), ricorre alla Sovrintendenza, questa deve bloccare i lavori e aprire una nuova procedura che sarebbe suppotata comunque da un nuovo dossier che noi abbiamo presentato lo scorso 20 luglio. Si tratta di un documento nel quale abbiamo esposto una serie di considerazioni e osservazioni “inedite” sul valore del sito”.

La battaglia del Centro Studi Malfatti a difesa della passerella si inserisce in un’ampia riflessione sulle occasioni perse a Terni, sull’avanzare del degrado e sullo stato di importanti immobili ternani. Ne esce un giudizio impietoso sulle amministrazioni locali ma anche sull’opposizione.

“La classe politica che ha governato la città di Terni negli ultimi 35 anni – afferma Danilo Stentella – dalla maggioranza e dall’opposizione (in questo secondo caso non opponendosi proprio a nulla, chissà perchè?) passerà alla storia come la più inutile che questo territorio abbia mai ospitato. Ha assistito quasi impassibile alla deindustrializzazione, partecipando tuttavia a eruditi convegni per discutere sul fenomeno, come se non la riguardasse”.

Il direttore del Centro Malfatti entra quindi nel nocciolo della questione. “Senza provare a ipotizzare un modello di sviluppo integrato – spiega Stentella – l’amministrazione comunale ha provveduto a fare piani regolatori che di fatto hanno sconvolto il paesaggio urbano, a partire dalle tremende Alcatraz di via Mola di Bernardo e di via Rossini, o del Matteotti nuovo, per non parlare dei quartieri dormitorio che sono sorti in modo intensivo nella periferia. Ha lasciato nel più assoluto degrado manufatti di pregio, in grado di conferire una caratteristica ai luoghi, come l’ex convento di Colle dell’Oro, Villa Palma, il complesso dell’ex Lanificio Gruber, il complesso industriale di Papigno (che potrebbe essere sfruttato come hanno fatti tedeschi con il sito dismesso di Zollewerein), le torri della antica cinta urbica, ormai ricettacolo di immondizia e prossime al crollo. Nulla ha fatto per impedire che l’ex Jutificio Centurini fosse raso al suolo, senza una apparente necessità”.

Critiche dal Centro Malfatti anche sulle aree industriali “limitrofe a tutte le vie di accesso alla città – dice Stentella – costellate di stereotipati capannoni di cemento, molti dei quali vuoti, pessimo biglietto da visita per la città, pessimo spettacolo per il visitatore che arriva a Terni. Questo non sembra un modo per amministrare i territori, o perlomeno non sembra il modo di amministrare, quello che osserverebbe un padre di famiglia. Amministratori come La Pira – conclude Danilo Stentella – sono destinati a restare casi rari. Il saccheggio mi pare la regola”.

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