Art Bonus Perugia, inaugurata la Peschiera

Martedì 1 agosto si è svolta l’inaugurazione della Peschiera, ubicata presso la Biblioteca di San Matteo degli Armeni, riqualificata nell’ambito della campagna “Art Bonus”. Presenti alla cerimonia il sindaco Andrea Romizi, l’assessore alla cultura Leonardo Varasano, l’assessore ai lavori pubblici, infrastrutture, ambiente e aree verdi Otello Numerini, la conservatrice Francesca Grauso, lo staff di Art Bonus, la restauratrice Elisa Becchetti, la consigliera Cristiana Casaioli, il responsabile della biblioteca di San Matteo degli Armeni Gabriele De Veris.

Il restauro del monumento, per un importo di poco superiore agli 11mila euro, è stato possibile grazie alla generosità dei Mecenati Gabriele Berardi, MorenitaCamponetti, Armando Flores Rodas, Nuvoletta GiugliarelliMordivoglia, Luca NicolelliFulgenzi, Consorzio Auto Revisioni (Palmerini Group), Irena Ristic, Roberto Rizzo, Stefania Troiani, Fabrizio Valmonti.

IL BENE

La “Peschiera”, o “Pescaia” come è descritta dalle fonti storiche, è ciò che resta dell’orto-giardino, inaugurato nel 1632 da monsignor Iacopo Oddi, divenuto da poco nuovo proprietario del complesso di San Matteo.

Descritto come luogo di delizie dal Macinara, ornata da <<limoni, lemoncelli, giesomini di Catalogna et altre piante nobilissime>>, la Peschiera, all’epoca con un assetto architettonico diverso da quello attuale, era <<piena d’acqua col pesce dentro, et in mezzo sotto al portico dentro nel muro vi sta un mostro marino che tiene a mandritta un bastone in mano, et alla sinistra una pietra, e per bocca usciva un raggio d’acqua>>

LO STATO DI CONSERVAZIONE

Primadell’intervento la grande vasca in muratura, sormontata da un muro a nicchioni, risultava alterata dal tipico degrado che aggredisce le opere esposte all’aperto. In particolare incrostazioni con colorazioni di colore grigio antracite e grigio tenue di lieve entità e di ridottissimo spessore derivate da acqua pluviale percolante erano visibili negli elementi decorativi in travertino. Altro tipo di alterazione superficiale era costituito da fenomeni di efflorescenze soprattutto sul laterizio.

Per quanto riguarda invece fenomeni di alterazione cromatica, si notava un generale annerimento del paramento e degli elementi interni della vasca generato sia da deposito superficiale di polveri e smog sia da un velo costituito da una sorta di patina biologica scura generata dal percolamento delle acque meteoriche e dall’esposizione solare prolungata che ne favorisce l’essiccamento e quindi la maggiore adesione.

L’INTERVENTO

La Peschiera ha subito un’attenta pulitura della sua superficie lapidea, attraverso l’eliminazione di vegetazione e muschi. Tale fase ha permesso una ricognizione dettagliata delle aree che necessitavano di un intervento di pulizia definitiva.

È stata inoltre eseguita un’approfondita revisione del paramento murario, correggendo le lacune e le lesioni più evidenti con una malta composta da inerti e leganti a base di calce e terre colorate. Le vecchie stuccature e discrepanze delle connessure sono state rettificate con l’utilizzo di una malta fine a base di calce, restituendo all’opera il suo splendore originale.

Per preservare l’unità di lettura cromatica e valorizzare le parti architettoniche originali rispetto a quelle ricostruite nel precedente restauro, è stata eseguita una velatura a base di calce e terre colorate su tutta la superficie in laterizio.

Inoltre, l’interno della vasca della Peschiera è stato sottoposto a un’efficiente impermeabilizzazione utilizzando un prodotto reversibile tonalizzato. Questa soluzione non solo garantirà la stabilità e la conservazione nel tempo dell’opera, ma anche la possibilità di eventuali interventi futuri con materiali facilmente reversibili.

Infine si è provveduto a dotare l’area di un nuovo impianto di illuminazione onde valorizzare l’intero complesso ed a sistemare l’area intorno al monumento con pavimentazione perimetrale in travertino.

DICHIARAZIONI

“Questo – ha sottolineato l’assessore Otello Numerini aprendo l’incontro – è un “<<locus amenus>>, uno di quelli che ispirano serenità, ove si può respirare la natura a pieni polmoni”. Numerini ha ricordato che quello di San Matteo degli Armeni è un complesso medievale di prestigio, ove al centro campeggia la peschiera o pescaia, inaugurata nel 1632 insieme all’orto-giardino. Dopo aver ripercorso i passaggi nevralgici dell’operazione di restauro del manufatto, Numerini ha ricordato che si tratta del 32° bene che viene recuperato a Perugia nell’ambito della campagna Art bonus, grazie alla donazione di 549 Mecenati (cittadini singoli, associazioni e ditte) per un importo complessivo di 2,2 milioni di euro.

“Questi numeri testimoniano ancora una volta dell’attaccamento, del senso di appartenenza e dell’amore che i perugini hanno verso la propria città”.

L’assessore alla Cultura Leonardo Varasano, riprendendo la citazione del collega Numerini, ha sostenuto che ancora adesso San Matteo degli Armeni è un <<locus amenus>> che oggi viene ulteriormente valorizzato grazie al recupero di un pezzo di quella bellezza storica che l’ha contraddistinto fin dalla sua origine. Ma c’è un dato nuovo conseguenza dell’intervento di riqualificazione: nella peschiera è tornata a scorrere l’acqua, componente che ha il potere di rendere il luogo ancor più vivo e vitale.

L’assessore Varasano ha tenuto a precisare che il complesso rappresenta un’eccellenza della città in virtù della presenza al suo interno della biblioteca, struttura che ricopre una missione particolare essendo votata ai temi della pace e dell’ambiente. “Dunque un luogo speciale, un punto vivo e di ritrovo che oggi contribuiamo a rendere più bello. Ciò si inserisce nell’ambito di un percorso di riqualificazione di tutto il complesso bibliotecario perugino, che sta interessando progressivamente tutte le sedi, con l’obiettivo di renderle più funzionali e fruibili. Possiamo dire, pertanto, che questa è parte di un disegno complessivo: ridare valore e vitalità al nostro patrimonio bibliotecario”.

Il responsabile della biblioteca di San Matteo degli Armeni Gabriele De Veris ha ripercorso le tappe storiche del complesso, nato come monastero e poi divenuto lazzaretto/ospedale. Nel 2012 avviene l’apertura della biblioteca che coniuga in sé cultura e socialità.

“Sono felice di poter sentire il suono dell’acqua all’interno della peschiera, perché è segno di vita”.

La conservatrice Francesca Grauso ha fornito ai presenti un quadro affascinante dell’antico complesso di San Matteo degli Armeni grazie alla lettura di brani tratti dal manoscritto (conservato presso la biblioteca Augusta) del sacerdote Francesco Macinara. Oggi – ha commentato – accogliamo con soddisfazione questo intervento che contribuisce a restaurare parte dell’antica bellezza del luogo.

Materialmente la riqualificazione si deve alle sapienti arti della restauratrice Elisa Becchetti che, dopo aver descritto i passaggi principali dell’intervento (pulitura, stuccature, velatura del paramento murario), si è detta onorata di aver potuto procedere al recupero di un bene che ha definito “meraviglioso”.

Come accennato l’operazione si è resa possibile grazie al contributo di alcuni Mecenati, Presenti per l’occasione Nuvoletta GiugliarelliMordivoglia, Luca NicolelliFulgenzi, il Consorzio Auto Revisioni (Palmerini Group) con Antonello Palmerini.

“Abbiamo deciso di contribuire – hanno spiegato – perché amiamo la nostra città e siamo affezionati ai suoi beni”. I tre hanno espresso sentimenti di soddisfazione ed emozione nel vedere restaurata la peschiera che fa bella mostra di sé in un luogo meraviglioso.

Conclusione finale della cerimonia con l’intervento del sindaco Andrea Romizi.

“Momenti come quello di oggi -ha detto – ci danno consapevolezza della qualità che la comunità perugina è in grado di esprimere grazie alla sua infinita generosità. Questa generosità, che non può essere mai data per scontata, ha avuto nel tempo una costanza unica nel suo genere consentendoci di riqualificare piccoli e grandi monumenti della città. Ciò dimostra che i perugini non hanno alcuna intenzione di abbandonare le opere presenti nel nostro Capoluogo, ma anzi di volerle orgogliosamente valorizzare”.

Romizi ha spiegato inoltre che, quando si recupera un bene, a ciò si accompagna la divulgazione della sua storia e conoscenza: questo è un dato che fa la differenza e dà valore aggiunto alla campagna Art bonus.

“Oggi quindi celebriamo un momento di festa, ma con la mente siamo già ai prossimi interventi he riguarderanno il gonfalone del Comune, la fonte del Piscinello e la parte cittadina dell’acquedotto medievale, finanziato dall’azienda Cucinelli”.

Partendo proprio da questo quadro, il sindaco ha rimarcato che la ragione per cui in tutta Italia si guarda con interesse all’esempio di Perugia è dato dalla grande partecipazione di tutta la cittadinanza alla campagna art bonus, con tantissimi cittadini che decidono di contribuire, secondo le loro possibilità, unendosi ai grandi marchi, alle aziende ed alle associazioni.

Art bonus, secondo il pensiero del sindaco, è come una sorta di “danza” che coinvolge quattro componenti: il bene da una parte ed il Mecenate dall’altra, ma anche gli uffici comunali, che sono stati capaci di trasmettere alla città il senso di una missione, ed i restauratori, autentico patrimonio nazionale. “E’ questo connubio di 4 elementi che rende Perugia un esempio a livello italiano”.