Daniela Sanjuan, telefonate e depistaggi di una morte misteriosa. Dopo 13 anni si scopre che la ragazza scappata dalla comunità non si era allontanata

Depistaggi e misteri intorno alla morte di Daniela Sanjuan, la 14enne, fuggita dalla comunità Piccolo Carro di Bettona, tredici anni fa. In questi anni c’è chi ha inventato di averla vista, fatto sta che dopo tante ricerche la ragazzina è morta poco distante dalla Comunità. Tanti misteri mai chiariti, depistaggi di ogni tipo e segnalazioni infondate. Ora Daniela è morta, lo ha detto l’esame del Dna fatto su un pezzo di calotta cranica ritrovata in un bosco e comparato con la saliva di mamma Anna. Il giallo di Daniela resta comunque tutto da chiarire, il Dna non scioglie il mistero. Tante domande restano senza risposta, tanti particolari non trovano una giustificazione e l’indagine della magistratura trova nuovi spunti. Anzi più fascicoli potrebbero convergere su uno solo, forse molte cose si intrecciano tra di loro. Si lavora per cercare un denominatore comune, apparentemente assente. Possibile che quello che è stato cercato per anni con attenzione intorno a Bettona, sia venuto fuori per caso dopo 13 lunghi anni?

Daniela scompare nel 2003, i brandelli di calotta cranica vengono ritrovati nel 2013, il test del Dna chiude la vicenda nel 2016.
Tre date importanti che lasciano intatte il mistero. I depistaggi di questi 13 anni non aiutano certo a pensare diversamente. Una telefonata diceva che era stata rapita e si trovava in Italia. La voce che annunciava la cosa era di una donna che all’improvviso scoppiò in un pianto disperato. Un’ altra volta la voce era di un uomo che diceva di aver visto Daniela alla stazione di Napoli. Il telefonista fu scoperto subito dopo dai carabinieri di Sorrento, era un uomo conosciuto dalle forze dell’ordine. Una volta qualcuno chiamò per dire di aver visto la ragazzina a chiedere l’elemosina a un semaforo a Bastia. Tante telefonate fasulle e segnalazioni campate in aria.

Daniela scappò dalla Comunità alle nove di sera dove stava giocando con altri ragazzi ospiti, senza lasciare traccia. Possibile che nessuno abbia notato la fuga? Possibile che nessuno abbia pensato di andarla a trovare nel bosco vicino dove è stata trovata l’ultima traccia? Tanti misteri intorno a questa ragazzina che aveva lasciato la famiglia perché i genitori si erano separati e viveva una situazione difficile.

L’indagine si è mostrata subito difficile come i racconti di chi era al Piccolo Carro quei giorni. Quando è arrivata a Bettona Daniela non parlava, mangiava con le mani, non era in grado di accudirsi da sola. Per un periodo viveva in Argentina con il padre e i nonni, Daniela quando era partita stava bene. Poi torna in Italia e la sua personalità era molto disturbata, era diventata aggressiva e scappava da scuola. Infine l’arrivo a Bettona, la fuga e il mistero che nemmeno il Dna è in grado di sciogliere.

 

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