Terni, beccato a Bari l’assassino dell’albanese, ucciso in una sparatoria

TERNI – Prima forse una lite, poi i colpi di pistola, sette quelli sparati, che lo hanno raggiunto al torace e ad un braccio, senza lasciargli scampo: è così che è morto poco dopo le 6.30 di stamani Demir Hyseni, operaio albanese di 49 anni ancora da compiere, ucciso sotto la sua abitazione di via Galvani, nel centro di Terni, mentre si stava recando al lavoro. Il presunto autore del delitto, un suo connazionale di 60 anni, è stato bloccato in serata dai carabinieri, che conducono le indagini, al porto di Bari. E’ ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio.

IMG-20170718-WA0027Il fermato è Beli Kujitim, 60 anni, senza fissa dimora. Secondo gli investigatori è stato lui a sparare, con una pistola calibro 32, abbandonata e poi recuperata in un cassonetto dell’immondizia poco distante. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Terni sono risaliti al connazionale della vittima dopo avere raccolto le testimonianze della moglie e della figlia (che hanno assistito alla tragedia) e di altri vicini di casa ma anche acquisito riscontri telefonici e su un’auto. L’ipotesi è che abbia raggiunto Ancona con la vettura e poi in treno sia arrivato a Bari dove i carabinieri pugliesi lo hanno fermato mentre stava cercando di imbarcarsi per tornare in Albania. L’ipotesi degli investigatori è che alla base del delitto ci possano esserci vecchi dissidi, forse di natura passionale, anche se non vengono escluse altre piste.

Quello che è certo finora è che intorno alle 6,30 Hyseni (regolare in Italia e incensurato) è uscito di casa per andare a lavoro in una ditta edile del posto nel quale lavorava da circa 15 anni come carpentiere e manovale. Ha fatto appena in tempo a mettere in moto l’auto parcheggiata sotto le finestre del suo condominio per partire, quando sul posto si è materializzato l’assassino, con il quale è nata la lite in strada. Le urla hanno svegliato dal sonno numerosi residenti dei palazzi della zona, che pochi istanti dopo, secondo i loro racconti, hanno avvertito chiaramente gli spari e ancora delle urla, della moglie e della figlia della 49enne, accorse disperate. Inutili i tentativi da parte del 118 di rianimare l’uomo accasciato a terra, a qualche decina di metri di distanza dalla sua abitazione dopo aver cercato di scappare agli spari, e poi di trasportarlo in ospedale. Qui l’albanese è morto infatti poco dopo il suo arrivo a causa della gravità delle ferite riportate.
Nel frattempo il presunto killer è stato notato nascondere la pistola nel cassonetto, nei pressi di un supermercato, e poi fuggire. Tra parenti, amici e conoscenti del 49enne, padre di tre figli, ci si chiede che cosa possa aver spinto qualcuno a sparare contro quello che viene descritto come un “onesto e serio lavoratore”, considerato da tutti come molto affezionato alla sua famiglia.

 

IMG_3006

IMG_3007

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.